sabato 21 gennaio 2012

Preatoni ad Affari: "Penso che la Bce salverà l'euro all'ultimo istante, ma...


Sabato, 21 gennaio 2012 - 16:05:00

Di Angelo Maria Perrino

"L’Europa ha bisogno di una iniezione massiccia di liquidità volta all’acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi fragili". L'imprenditore Ernesto Preatoni commenta con Affari la crisi economica del Vecchio Continente e dell'Italia. E prescrive la sua ricetta: "Un impegno della BCE a immettere liquidità almeno nella stessa misura in cui lo hanno fatto negli Stati Uniti. Se la FED ha acquistato titoli tossici e titoli del debito pubblico americano per 2.200 miliardi di dollari, la BCE dovrebbe acquistarne per 2.300 miliardi di Euro". Il crollo dell'Euro? Non lo esclude. Anche se profetizza un salvataggio sul filo di lana: "La Banca Centrale Europea all’ultimo momento sull’orlo del burrone, interverrà iniettando liquidità in modo massiccio ponendo in questo caso le premesse per una inflazione incontrollata. E poi...".

ECCO L'INTERVISTA

Preatoni, lei che vive e svolge attività imprenditoriale al di fuori dell’Italia, che impressione fanno l’Italia e l’Europa visti dall’estero?
"Mi piacerebbe poter sostenere l’inverso ma, purtroppo, la sensazione è molto brutta: l’Italia ha guadagnato un poco in immagine da quando il Presidente del Consiglio è il Prof. Monti. L’immagine è certamente importante ma da sola non riuscirà a risolvere i problemi. Non credo che l’avvento di Monti, da solo, possa essere risolutivo in senso positivo. Sarà determinante l’atteggiamento dell’Europa ed, in particolare, quello della BCE.
L’Europa ha bisogno di una iniezione massiccia di liquidità volta all’acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi “fragili”. Sino ad ora l’Europa si è limitata a enunciazioni di principio cui non hanno fatto seguito i fatti ed i mercati non credono più alle enunciazioni di principio europee. E’ evidente che tutte le volte che Merkel e Sarkozy (e adesso pure Monti) si incontrano, la situazione dei tassi di interesse non migliora e, senza una drastica riduzione dei tassi, la situazione italiana è assolutamente compromessa. Se paghiamo il debito pubblico 4  punti più dei tedeschi, dovremmo fare ogni anno una manovra da 76 miliardi per essere in situazione analoga a quella della Germania. Soluzione evidentemente improponibile".

E lei quindi cosa propone?
"Un impegno della BCE a immettere liquidità almeno nella stessa misura in cui lo hanno fatto negli Stati Uniti. Se la FED ha acquistato titoli “tossici” e titoli del debito pubblico americano per 2.200 miliardi di dollari, la BCE dovrebbe acquistarne per 2.300 miliardi di Euro poiché il PIL dei 27 Paesi della UE è superiore del 30% a quello degli USA e il debito pubblico totale in rapporto al PIL è simile".              

Ma così andremmo a scatenare l’inflazione...
"A parte che l’inflazione  mi sembra l’ultimo dei problemi (l’inflazione che vediamo è semplicemente dovuta ad un aumento delle imposte e non certo ad un “surriscaldamento” della domanda), faccio rilevare che i Paesi le cui banche centrali hanno immesso forte liquidità (FED, banche nazionali di Inghilterra, Giappone e Svizzera) non hanno avuto alcuna impennata inflattiva".

Come spiega questo fatto?
"I mercati sono oggi più sensibili alla certezza del rimborso del capitale che non al tasso di interesse e di questa “anomalia” hanno approfittato americani, inglesi, giapponesi e svizzeri. Non così gli europei. Ricordo una intervista televisiva col prof. Bruni ed il sottoscritto. Bruni sosteneva che l’immissione di liquidità avrebbe comportato un pressoché automatico aumento dei tassi. Così  non è stato.
Si è mai visto un debitore sull’orlo del fallimento che, avendo la possibilità di diluire il proprio debito, decida di “auto flagellarsi”?  Bisogna essere dei “masochisti” tedeschi!!"

Sembra che il problema vero sia la crescita. Lei ha qualche idea su come favorirla?
"Sono certamente importanti le liberalizzazioni ma i loro effetti saranno posticipati nel tempo.
Io credo che si potrebbe provare aumentando le imposte sui consumi, soprattutto di lusso, e utilizzare questi ricavi per diminuire le aliquote fiscali. Credo che questo servirebbe molto a rilanciare gli investimenti in Italia. Senza investimenti non credo alla crescita".

Se la sente di fare una previsione? Come finirà questa vicenda?
"Due possibilità.
La prima: salta l’euro con tutte le conseguenze del caso.
La seconda, più probabile: la B.C.E., all’ultimo momento sull’orlo del burrone, interverrà iniettando liquidità in modo massiccio ponendo in questo caso le premesse per una inflazione  incontrollata.
E credo che il motivo contingente sarà la indispensabile ricapitalizzazione delle banche che i mercati non vorranno o non saranno in grado di sottoscrivere".

Ma lei, in questa situazione, se fosse un risparmiatore, come si comporterebbe?
"Non vorrei sembrare monotono (lo dico e lo scrivo da tre anni) ma lascerei perdere tutto ciò che sa di finanziario, terrei la liquidità necessaria per vivere 3 o 4 anni ed il resto lo investirei in immobili in Paesi con stabilità politica, pace sociale, scarso debito pubblico, costo del lavoro contenuto e bassa tassazione".

Ma quali sono questi Paesi?
"Sicuramente Estonia, Lettonia, Lituania e Russia, Paesi che io conosco bene ma, probabilmente, ve ne sono  altri da me non così bene conosciuti".

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