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venerdì 25 settembre 2009

I consigli degli esperti per investire nel mattone

Intervistati dal Sole 24 ore, Tecnocasa, Gabetti, Nomisma e Scenari Immobiliari ritengono che sia il momento giusto per investire nel mattone, ma occorre informarsi bene sul mercato cittadino e agire con cautela.
Il consiglio degli esperti è di investire su tagli piccoli, monolocali e bilocali, in zone ricche di servizi, in aree interessate da interventi di riqualificazione o in quartieri universitari.
A Milano, le zone di maggiore interesse sono quelle di citylife e di porta nuova, soggette a interventi importanti, le aree che saranno attraversate dalla nuova linea metropolitana mm4 lorenteggio - linate e le zone universitarie di bovisa e bicocca. a torino, in previsione dell’arrivo dell’alta velocità, si consiglia di investire nei quartieri vicini alle stazioni, come porta susa. per la capitale, gli esperti suggeriscono di puntare su quartieri emergenti come san lorenzo o il pigneto, sull’ostense e sull’area di trigoria, soggetta a rivalutazione.

[ fonte: il sole 24 ore, venerdì 18 sett 09 ]

mercoledì 22 aprile 2009

Investire nel mattone

Se vivi in una casa in affitto ti sarai sentito dire un milione di volte: “smettila di buttare via i soldi pagando l’ affitto, comprati casa e con gli stessi soldi ci paghi il mutuo”.
E’ un ragionamento che sembra non fare una piega, ma è il peggiore consiglio finanziario che possono darvi. Se infatti blocchi il tuo credito o capacità d’ indebitamento per la vostra casa, invece di investire in un immobile da rivendere o da affittare i vostri soldi rimangono ancorati e non producono.
Non sarà un investimento ma un costo. Il 48% delle case in Italia vengono acquistate con un mutuo, ma non sempre è per viverci.Negli USA centinaia di persone sono diventate milionarie comprando immobili a credito. Certo li il sistema creditizio è differente e tra l’ altro ha portato al tracollo economico della superpotenza, ma si può operare anche nel mercato europeo, in maniera forse meno pretenziosa ma che può dare i suoi frutti. Investire nel “mattone”, ossia in immobili, non solo rimane sempre un buon affare, oltre che il preferito dagli italiani.
L’ investimento nel mattone può sembrare un luogo comune ma può essere più redditizio di quanto molti possano credere.Se ad esempio volessimo comprare azioni o buoni del tesoro con 100 mila euro a disposizione, potremmo avere il controvalore di 100 mila euro. In casi particolari poco più. Con gli stessi 100 mila euro potremmo però acquistare una proprietà del valore di 200 mila euro accendendo un mutuo del 50%, di 300 mila euro con un mutuo del 66% e un immobile da 500 mila euro con un mutuo dell’ 80%. Infatti per l’ acquisto di immobili non è difficile ottenere dei mutui bancari. Le banche non prestano invece soldi per l’ acquisto di azioni, buoni, obbligazioni, oro o diamanti. Si li prestano per immobili.
E sapete perché? Per il semplice motivo che lo ritengono un buon business. Se non fosse così non presterebbero i soldi, tra l’ altro ad un tasso molto inferiore di qualsiasi altro prestito aziendale.
Logicamente l’ immobile acquistato può non aumentare di valore immediatamente, il prezzo potrebbe anche calare temporaneamente visto che non esistono formule sicure per guadagnare, ma il rischio non è alto e se avete comprato bene il guadagno è sicuro. Gli italiano sono poi da sempre legati all’ acquisto della casa data la tradizionale capacità di conservazione del valore per la quale si può anche considerare come “bene rifugio”.Basta pensare che l’ 80 per cento delle famiglie italiane vivono in casa di proprietà per poter stabilire che almeno quattro quinti degli italiani hanno pensato al mattone come investimento familiare.
Nel resto dell’ Europa la percentuale scende ad un 60% in Germania e al 42% in Francia. Forse anche perché i prezzi degli immobili sono più contenuti, ma sicuramente perché per cultura gli italiani preferiscono il mattone all’ oro, come bene rifugio (considerato sicuro).Anche per gli investitori più conservatori l’ immobile è un migliore affare che investire in BOT.

I paradisi fiscali sono finiti ?

La riunione del G20 del 2 aprile 2009 ha dato un altro giro di chiave con la pubblicazione di una lista nera e di una grigia dei paradisi fiscali, anche se quella ufficiale dovrà essere stilata e pubblicata in breve dall’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE).
In pratica, però pare che questa lista interessi solamente il sistema bancario, infatti, non sapendo bene a chi dare la colpa della crisi finanziaria mondiale, è stata dichiarata guerra al “segreto bancario”.
I paradisi fiscali sono da sempre una croce ed una delizia dell’economia mondiale; secondo alcuni sono il lato oscuro della finanza internazionale, ma una necessità del sistema economico. Sono infatti utilizzati oltre che da migliaia di contribuenti, principalmente, dalle grandi imprese, spesso anche quelle a partecipazione statale o controllate dagli stati. Nell’Unione Europea si stima che la frode fiscale tocca una media del 2.5 % del Pil. In fondo fino a oggi, i paradisi fiscali sono stati dei pilastri essenziali della globalizzazione economica, con un’incidenza considerevole nel sistema finanziario. Tenendo conto del ruolo fondamentale di questi paesi nel meccanismo della globalizzazione, l’eliminazione provocherebbe delle grandi disfunzioni economiche e finanziarie.
Forse anche quest’ultima crociata iniziata dal G20 non è altro che uno strumento per dissuadere i “piccoli”, ossia quei contribuenti che grazie all’internet e al calo dei prezzi dei servizi offshore, hanno avuto recentemente accesso a questo mondo che fino allo scorso decennio era prerogativa dei grandi capitali. In tempi di crisi però bisogna andare con i piedi di piombo e una eventuale soppressione dei paradisi fiscali rischierebbe di provocare un collasso finanziario internazionale. In epoca di recessione, quale Stato se lo può permettere?
E’ noto infatti che vi sono in questi paradisi decine di società controllate o partecipate da Eni e Enel nel Delaware, alle Bahamas, alle Isole Cayman, in Lussemburgo e in molti altri paesi. Senza poi parlare delle regioni o aree a statuto speciale che in molti paesi dei G20 godono di defiscalizzazione. I capitali cercheranno sempre le piazze più redditizie e i sistemi tributari più favorevoli. Questa è la logica del capitalismo e la globalizzazione la favorisce.

Questa battaglia contro i paradisi fiscali è appena iniziata e probabilmente otterrà uno dei risultati voluti: l’aumento dei costi dei servizi offshore e la riduzione all’accessibilità degli stessi. In pratica chi paga è sempre il piccolo.

venerdì 10 aprile 2009

Investire nel mattone è più sicuro e redditizio

Tra i vari tipi di investimento, l’immobiliare è la forma più sicura e redditizia.
La locazione di un bilocale situato nella zona semicentrale di una grande città rende al netto di spese e tasse tra il 2,3% e il 3%. A questo dato bisogna aggiungere il potenziale guadagno derivante dalla vendita dell’appartamento, il cui valore di norma aumenta nel corso del tempo.

Secondo Alessandro Ghisolfi di Ubh, questo ricavo può arrivare al 5,3% su base annua, al 30% se la vendita ha luogo dopo dieci anni. dal punto di vista dell’acquirente, chi compra un appartamento locato può ottenere uno sconto anche del 20% e un ulteriore risparmio del 10% se paga in contanti.

[ fonte: Affari e Finanza, martedì 6 apr 09 ]

martedì 7 aprile 2009

Il mattone trascinerà la ripresa?


La notizia comunicata oggi pomeriggio sulle vendite di nuove case negli Stati Uniti ha dato un benefico scossone ai mercati americani. Ci pare che un dato così positivo ( + 2,8%) sia potenzialmente in grado di diradare molte delle nubi si erano addensate intorno ai mutui sub-prime, in modo da far possibilmente tornare il bello stabile sulle Borse. Infatti, con questo fattore potrebbe cadere l’ipotesi che la crisi dei mutui possa trascinare nel vortice l’intero settore edilizio, a causa delle troppe case che sarebbero state costruite e non si riusciva più a vendere.
La massima prudenza regna comunque ancora nei mercati europei, giustamente. Nonostante l’apparente assestamento sul fronte della liquidazione ( BNP Paribas, la grande scornata della crisi di agosto, ha annunciato la riapertura dei tre fondi sospesi il 9 agosto, lamentando perdite fino al 5%), l’andamento reale del sistema finanziario a stelle e strisce, con 65.00 licenziamenti e oltre 90 società fallite, preoccupa ancora. Anche il salvataggio di Countrywide America, il numero uno del credito immobiliare USA, messo in atto dalla Bank of America, non ha pienamente convinto gli scettici. Lo stesso chairman della compagnia, Angelo Mozillo, ha paventato lo spauracchio della recessione a causa dei problemi sul mercato immobiliare, sopratutto per i settori più deboli della popolazione americana. I prossimi giorni ci diranno se il dato odierno guiderà la riscossa del settore, e con esso, di tutte le Borse.

[ fonti:
http://www.abcfinanze.com e video da TG Realesse ]

martedì 31 marzo 2009

Investire nel Mattone in Italia e all' Estero

L' ultimo libro di Giovanni Caporaso affronta il tema "mattone". Se vivi in una casa in affitto ti sarai sentito dire un milione di volte: “smettila di buttare via i soldi pagando l’ affitto, comprati casa e con gli stessi soldi ci paghi il mutuo”. E’ un ragionamento che sembra non fare una piega, ma è il peggiore consiglio finanziario che possono darvi. Se infatti blocchi il tuo credito o capacità d’ indebitamento per la vostra casa, invece di investire in un immobile da rivendere o da affittare i vostri soldi rimangono ancorati e non producono.
Non sarà un investimento ma un costo. Il 48% delle case in Italia vengono acquistate con un mutuo, ma non sempre è per viverci.
Negli USA centinaia di persone sono diventate milionarie comprando immobili a credito. Certo li il sistema creditizio è differente e tra l’ altro ha portato al tracollo economico della superpotenza, ma si può operare anche nel mercato europeo, in maniera forse meno pretenziosa ma che può dare i suoi frutti.
Ci sono paesi poi dove si può investire in immobili a partire da 3-4 mila euro, il costo di un motorino...In questo libro troverete le informazioni necessarie per intraprendere l’ attività immobiliare, anche con un piccolo capitale.Investire nel “mattone”, ossia in immobili, non solo rimane sempre un buon affare, oltre che il preferito dagli italiani.

L’ investimento nel mattone può sembrare un luogo comune ma può essere più redditizio di quanto molti possano credere.
Se ad esempio volessimo comprare azioni o buoni del tesoro con 100 mila euro a disposizione, potremmo avere il controvalore di 100 mila euro. In casi particolari poco più. Con gli stessi 100 mila euro potremmo però acquistare una proprietà del valore di 200 mila euro accendendo un mutuo del 50%, di 300 mila euro con un mutuo del 66% e un immobile da 500 mila euro con un mutuo dell’ 80%.Infatti per l’ acquisto di immobili non è difficile ottenere dei mutui bancari. Le banche non prestano invece soldi per l’ acquisto di azioni, buoni, obbligazioni, oro o diamanti. Si li prestano per immobili. E sapete perché? Per il semplice motivo che lo ritengono un buon business. Se non fosse così non presterebbero i soldi, tra l’ altro ad un tasso molto inferiore di qualsiasi altro prestito aziendale. Se avete acquistato un immobile da 500 mila euro e lo rivendete a 550, il suo valore si sarà incrementato solo del 10%, cioè di 50 mila euro, ma questo rappresenta un ritorno del 50% sul vostro investimento iniziale.
Logicamente l’ immobile acquistato può non aumentare di valore immediatamente, il prezzo potrebbe anche calare temporaneamente visto che non esistono formule sicure per guadagnare, ma il rischio non è alto e se avete comprato bene il guadagno è sicuro. In particolari casi, si può addirittura guadagnare un 200-300% in meno di un anno.
Nei vari capitoli analizzeremo i tipi di immobili e le speculazioni che si possono fare in questo mercato.
Gli italiani sono poi da sempre legati all’ acquisto della casa data la tradizionale capacità di conservazione del valore per la quale si può anche considerare come “bene rifugio”. Basta pensare che l’ 80 per cento delle famiglie italiane vivono in casa di proprietà per poter stabilire che almeno quattro quinti degli italiani hanno pensato al mattone come investimento familiare.
Nel resto dell’ Europa la percentuale scende ad un 60% in Germania e al 42% in Francia. Forse anche perché i prezzi degli immobili sono più contenuti (specie nella vicina Francia), ma sicuramente perché per cultura gli italiani preferiscono il mattone all’ oro, come bene rifugio (considerato sicuro).
Nell'ultimo decennio in Italia si è costruito meno che altrove in Europa e di questo nuovo patrimonio abitativo la quota destinata alla locazione è quasi nulla.
Anche per gli investitori più conservatori l’ immobile è un migliore affare che investire in BOT.

[ Fonte:
Alessandro de Felice www.alessandrodefelice.it ]

martedì 10 marzo 2009

L'investimento immobiliare

Il nostro obiettivo è mettere a disposizione dell’investitore competenze specifiche per permettergli di diversificare il patrimonio attraverso investimenti nel real estate internazionale. Ernesto Preatoni Real Estate International propone interessanti opportunità d’acquisto di immobili in paesi selezionati, che stanno vivendo una rapida crescita economica e dove il mercato immobiliare riserva ancora grandi prospettive. Investire unicamente nel proprio paese é un’idea limitata, e le frontiere non costituiscono più un ostacolo per i capitali. La diversificazione negli investimenti e gli aspetti fiscali diventano motori potenti, che allargano gli orizzonti delle possibilità di impiego. Il nostro compito è di consentire al piccolo risparmiatore o al grande investitore di acquisire beni immobili nei luoghi del mondo dove le prospettive di redditività sono più interessanti, con il supporto di consulenti preparati e di alto livello.

Tutti gli immobili proposti da Ernesto Preatoni Real Estate International garantiscono una rendita immobiliare da locazione variabile fra il 5 e l’8% del valore investito, a seconda del paese ove avviene l’acquisto. Contrariamente ad altri investimenti, con gli immobili il capitale rimane sempre nelle mani dell’acquirente, non perde mai valore e si rivaluta costantemente nel tempo. In più, ogni anno, tramite la rendita da locazione viene garantita un’entrata elevata e sicura. Con questa formula, all’incremento dovuto alla costante rivalutazione si somma uno straordinario rendimento da locazione, che solo questo tipo di bene può offrire.

Molti vorrebbero acquistare immobili in vari luoghi della terra, noi riteniamo opportuno fare le nostre scelte esclusivamente in località che rispondono a determinate caratteristiche:
• Scarsa correlazione tra sviluppo economico e andamento delle Borse: la crescita deriva da risorse reali e concrete del Paese e non da bolle speculative. • Regolamentazione edilizia e immobiliare. • Bassa pressione fiscale. • Particolare momento storico del paese prescelto: che corrisponda ad una fase di intensa crescita economica.

Nel periodo 1998-2008 il Dow Jones ha perso il 5,20%, l’indice Comit è sceso del 32,7%, una villa singola a Sharm El-Sheikh è cresciuta del 194%, una villa a schiera ha guadagnato il 127%, un monolocale il 104%. Le percezioni possono essere dissimili, ma i rapporti sono questi. Nel breve, nel medio o nel lungo periodo l’investimento immobiliare vince sempre, e solo le azioni tenute in portafoglio per più di 20 anni riescono a battere l’inflazione
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