Visualizzazione post con etichetta investire nel mattone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta investire nel mattone. Mostra tutti i post

venerdì 17 settembre 2010

Gli investitori tornano all’antico amore: la casa

I dubbi e le incertezze che avevano contrassegnato lo scorso anno stanno lentamente lasciando spazio al sereno, con il popolo degli aficionados del mattone che hanno fatto riprendere la corsa al settore, ricominciando a manifestare una nuova volonta’ di acquisto e di investimento. Una convinzione certificata dai dati dell’Istat degli scorsi giorni.
Certo, bisognera’ aspettare ancora un po’ prima che il settore immobiliare recuperi le perdite fatte registrare negli ultimi anni, dal momento che era dal 2007 che le compravendite non facevano registrare un dato positivo che supera il 2%.
Fatto sta che la fiducia degli italiani anche nell’annus orribilis del mattone non e’ mai venuta meno. Comprare casa resta, infatti, un obiettivo geneticamente presente nel dna italico. Basta pensare che nel BelPaese la quota di popolazione che possiede un immobile e’ tra le piu’ alte del mondo: oltre il 73%.
Cosi’, passata la paura per il possibile scoppio di una bolla immobiliare e scoraggiati dai deludenti guadagni derivati dagli investimenti in Borsa, gli investitori tornano all’antico amore: la casa.
Una rinnovata volonta’ di acquisto che, va comunque detto, e’ certamente accompagnata dai risvolti positivi di questa crisi: il costo del denaro in Europa e’ ancorato dal 7 maggio del 2009 al minimo record dell’1%.
I tassi di interesse, continua a spiegare in proposito il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, rimangono infatti appropriati all’attuale congiuntura economica di Eurolandia, improntata alla massima incertezza.
Con gli analisti delle principali banche europee che prevedono la prima stretta monetaria all’1,25% solo dopo il quarto trimestre del 2011 o, al piu’ presto, la fine del terzo trimestre.
Notizie positive per chi e’ alle prese con le rate del muto sia a tasso variabile che fisso, dal momento che Euribor ed Eurirs (rispettivamente i tassi interbancari di riferimento che vengo applicati ai finanziamenti per la casa) sono ai minimi.
In particolare, dopo un inizio di estate 2010 in cui l’Euribor aveva avuto un lieve ma costante aumento (la scadenza trimestrale e’ salita dallo 0,70% allo 0,90% tra il 2 giugno e il 28 luglio), in questi giorni il tasso a tre mesi e’ fermo allo 0,88%, mentre l’Irs e’ abbondantemente sotto il 3%, un limite mai prima travalicato. Sommando, infatti, l’Irs allo spread si ha come risultato, per la prima volta, un mutuo a tasso fisso a lungo-lunghissimo termine (30 anni-40 anni) sotto quota 5%. Un’occasione unica per fissare una volta per tutte la rata mensile da pagare durante tutta la durata del mutuo.
Per gli esperti e’, quindi, il momento ideale per mettersi alla ricerca di un affare. Inoltre, per le condizioni attuali del mercato c’e’ la possibilita’ di spuntare sconti rispetto al prezzo pubblicato: in media sono del 15%, ma si possono ottenere condizioni migliori.

[ Fonte: Miaeconomia.leonardo.it ]

venerdì 27 novembre 2009

Più del 50% degli investitori crede nel mattone

Dove investiranno i paperoni italiani?

Secondo un’indagine realizzata da AIPB (associazione italiana private banking) nel mese di settembre, un investitore “affluent” su due si dice pronto a puntare sul mattone.

Il risultato è emerso da una serie di interviste realizzate su un campione di 700 individui “high net worth”, cioè clienti o possibili clienti con all’attivo almeno 500mila euro di patrimonio finanziario investibile.

Il 43,3% degli intervistati si è detto “abbastanza interessato” all’investimento immobiliare nel prossimo biennio, il 7,4% è “molto interessato”, mentre “poco” o “per nulla” soddisfatti sono, rispettivamente, il 35,7% e il 13,2% degli intervistati.


[ Fonte: il sole 24 ore, sabato 21 nov 09 ]
[ Notizia tratta dal bollettino di Idealista.com ]

lunedì 9 novembre 2009

Aperta la caccia al mattone low cost

La caduta delle quotazioni degli immobili nell'anno nero dell'economia mondiale apre nuove opportunità per chi è intenzionato a investire i propri soldi sul mattone.
Le analisi dei grandi gruppi immobiliari internazionali dicono che il punto più basso della curva dei prezzi è stato già toccato così chi, investitore privato o istituzionale, ha disponibilità sufficienti da immettere sul mercato può cavalcare il momento per fare shopping.

Ma, dove comprare?

Se il vecchio continente versa in una crisi strutturale tale da sconsigliare investimenti importanti, i nuovi paradisi degli investitori sono diventati gli u.s.a, costarica (per l'alta qualità della vita), dubai e, unica eccezione in europa, londra dove però il mercato residenziale sta tornando lentamente alla normalità.

Infine, come investire i propri soldi?
Secondo il sito www.propertymagnate.com, la bibbia per chi opera e investe nel real estate, conviene puntare sulle città che hanno maggiormente patito la crisi oppure sulle città che in passato hanno retto meglio ai periodi di contrazione immobiliare.
Per investire minimizzando i rischi è bene puntare su immobili di prestigio nelle zone centrali o in quartieri in via rilancio.

[ Fonte: milanofinanza.it, venerdì 30 ottobre 09 ]
[ Notizia tratta dal bollettino settimanale di Idealista.it ]

lunedì 21 settembre 2009

Investimenti, gli italiani continuano a preferire il mattone

Il mattone è l'unico bene rifugio certo, mentre la preoccupazione maggiore è quella di perdere il lavoro.
E' quanto emerso dal sondaggio firmato Tomorrow Swg, che ha voluto tastare lo stato d’animo dei risparmiatori italiani a un anno esatto dall'inizio ufficiale della crisi.
La perdita del posto di lavoro rimane il timore principale per la maggioranza degli intervistati, mentre solo il 13% dichiara di essere preoccupato per il mancato aumento dei salari.
In relazione ai rispettivi risparmi, il 40% si definisce “preoccupato” o “molto preoccupato”, il 38% si dichiara “né tranquillo né preoccupato” e solo il 20% afferma di essere tranquillo.
Quanto alle forme di investimento, il 75% investirebbe in immobili.

[ Fonte: corriere della sera, lunedì 14 sett 09 ]

lunedì 22 giugno 2009

Con la crisi ritorna la voglia di comprare

C'è la crisi? Per molti potrebbe essere giunto il momento di investire nel mattone, naturalmente sono a determinate condizioni.
Ecco 5 buoni motivi per farlo: un ottimo investimento; i tassi sono ai minimi; maggiore disponibilità di case; sfruttare le occasioni; all'estero è conviene ancor di più.
In effetti, in tempi di crisi, il mattone è il miglior sistema per vedere accrescere il proprio patrimonio personale. il mercato immobiliare rimane affidabile, perchè si muove lentamente e resta sempre un rifugio solido.
Dunque chi dispone di liquidità può trovare la sua occasione e anche una buona redditività, magari affittando poi l'immobile. il crollo dei tassi rende i mutui variabili estremamente vantaggiosi, inoltre, dal momento che le agenzie immobiliari registrano forti cali nelle richieste di acquisto di immobili, è più facile ottenere forti sconti dai venditori.
Da quest'anno poi sono in vigore sgravi e detrazioni per ammortizzare o detrarre le spese.
Per chi intende comprare un immobile oltreconfine, le occasioni sono tantissime: le mete più ambite negli usa, per via del crollo dei prezzi conseguenti alla crisi dei mutui subprime e il calo del dollaro rispetto all'euro.

[ fonte: http://www.miaeconomia.it/ , mercoledì 17 giu 09 ]

mercoledì 22 aprile 2009

Investire nel mattone

Se vivi in una casa in affitto ti sarai sentito dire un milione di volte: “smettila di buttare via i soldi pagando l’ affitto, comprati casa e con gli stessi soldi ci paghi il mutuo”.
E’ un ragionamento che sembra non fare una piega, ma è il peggiore consiglio finanziario che possono darvi. Se infatti blocchi il tuo credito o capacità d’ indebitamento per la vostra casa, invece di investire in un immobile da rivendere o da affittare i vostri soldi rimangono ancorati e non producono.
Non sarà un investimento ma un costo. Il 48% delle case in Italia vengono acquistate con un mutuo, ma non sempre è per viverci.Negli USA centinaia di persone sono diventate milionarie comprando immobili a credito. Certo li il sistema creditizio è differente e tra l’ altro ha portato al tracollo economico della superpotenza, ma si può operare anche nel mercato europeo, in maniera forse meno pretenziosa ma che può dare i suoi frutti. Investire nel “mattone”, ossia in immobili, non solo rimane sempre un buon affare, oltre che il preferito dagli italiani.
L’ investimento nel mattone può sembrare un luogo comune ma può essere più redditizio di quanto molti possano credere.Se ad esempio volessimo comprare azioni o buoni del tesoro con 100 mila euro a disposizione, potremmo avere il controvalore di 100 mila euro. In casi particolari poco più. Con gli stessi 100 mila euro potremmo però acquistare una proprietà del valore di 200 mila euro accendendo un mutuo del 50%, di 300 mila euro con un mutuo del 66% e un immobile da 500 mila euro con un mutuo dell’ 80%. Infatti per l’ acquisto di immobili non è difficile ottenere dei mutui bancari. Le banche non prestano invece soldi per l’ acquisto di azioni, buoni, obbligazioni, oro o diamanti. Si li prestano per immobili.
E sapete perché? Per il semplice motivo che lo ritengono un buon business. Se non fosse così non presterebbero i soldi, tra l’ altro ad un tasso molto inferiore di qualsiasi altro prestito aziendale.
Logicamente l’ immobile acquistato può non aumentare di valore immediatamente, il prezzo potrebbe anche calare temporaneamente visto che non esistono formule sicure per guadagnare, ma il rischio non è alto e se avete comprato bene il guadagno è sicuro. Gli italiano sono poi da sempre legati all’ acquisto della casa data la tradizionale capacità di conservazione del valore per la quale si può anche considerare come “bene rifugio”.Basta pensare che l’ 80 per cento delle famiglie italiane vivono in casa di proprietà per poter stabilire che almeno quattro quinti degli italiani hanno pensato al mattone come investimento familiare.
Nel resto dell’ Europa la percentuale scende ad un 60% in Germania e al 42% in Francia. Forse anche perché i prezzi degli immobili sono più contenuti, ma sicuramente perché per cultura gli italiani preferiscono il mattone all’ oro, come bene rifugio (considerato sicuro).Anche per gli investitori più conservatori l’ immobile è un migliore affare che investire in BOT.

I paradisi fiscali sono finiti ?

La riunione del G20 del 2 aprile 2009 ha dato un altro giro di chiave con la pubblicazione di una lista nera e di una grigia dei paradisi fiscali, anche se quella ufficiale dovrà essere stilata e pubblicata in breve dall’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE).
In pratica, però pare che questa lista interessi solamente il sistema bancario, infatti, non sapendo bene a chi dare la colpa della crisi finanziaria mondiale, è stata dichiarata guerra al “segreto bancario”.
I paradisi fiscali sono da sempre una croce ed una delizia dell’economia mondiale; secondo alcuni sono il lato oscuro della finanza internazionale, ma una necessità del sistema economico. Sono infatti utilizzati oltre che da migliaia di contribuenti, principalmente, dalle grandi imprese, spesso anche quelle a partecipazione statale o controllate dagli stati. Nell’Unione Europea si stima che la frode fiscale tocca una media del 2.5 % del Pil. In fondo fino a oggi, i paradisi fiscali sono stati dei pilastri essenziali della globalizzazione economica, con un’incidenza considerevole nel sistema finanziario. Tenendo conto del ruolo fondamentale di questi paesi nel meccanismo della globalizzazione, l’eliminazione provocherebbe delle grandi disfunzioni economiche e finanziarie.
Forse anche quest’ultima crociata iniziata dal G20 non è altro che uno strumento per dissuadere i “piccoli”, ossia quei contribuenti che grazie all’internet e al calo dei prezzi dei servizi offshore, hanno avuto recentemente accesso a questo mondo che fino allo scorso decennio era prerogativa dei grandi capitali. In tempi di crisi però bisogna andare con i piedi di piombo e una eventuale soppressione dei paradisi fiscali rischierebbe di provocare un collasso finanziario internazionale. In epoca di recessione, quale Stato se lo può permettere?
E’ noto infatti che vi sono in questi paradisi decine di società controllate o partecipate da Eni e Enel nel Delaware, alle Bahamas, alle Isole Cayman, in Lussemburgo e in molti altri paesi. Senza poi parlare delle regioni o aree a statuto speciale che in molti paesi dei G20 godono di defiscalizzazione. I capitali cercheranno sempre le piazze più redditizie e i sistemi tributari più favorevoli. Questa è la logica del capitalismo e la globalizzazione la favorisce.

Questa battaglia contro i paradisi fiscali è appena iniziata e probabilmente otterrà uno dei risultati voluti: l’aumento dei costi dei servizi offshore e la riduzione all’accessibilità degli stessi. In pratica chi paga è sempre il piccolo.

venerdì 10 aprile 2009

Investire nel mattone è più sicuro e redditizio

Tra i vari tipi di investimento, l’immobiliare è la forma più sicura e redditizia.
La locazione di un bilocale situato nella zona semicentrale di una grande città rende al netto di spese e tasse tra il 2,3% e il 3%. A questo dato bisogna aggiungere il potenziale guadagno derivante dalla vendita dell’appartamento, il cui valore di norma aumenta nel corso del tempo.

Secondo Alessandro Ghisolfi di Ubh, questo ricavo può arrivare al 5,3% su base annua, al 30% se la vendita ha luogo dopo dieci anni. dal punto di vista dell’acquirente, chi compra un appartamento locato può ottenere uno sconto anche del 20% e un ulteriore risparmio del 10% se paga in contanti.

[ fonte: Affari e Finanza, martedì 6 apr 09 ]