venerdì 10 dicembre 2010

Investire nella Repubblica Dominicana

Leggi per garantire gli investimenti stranieri, accordi commerciali con l’Unione europea e un potenziale turistico tutto da sfruttare.

L’ambasciatore della Repubblica dominicana a Roma, Vinicio Alfonso Tobal Ureña, riassume al VELINO alcuni degli obiettivi commerciali e politici del paese caraibico.

Il nostro paese offre moltissime opportunità per chi vuole investire”, dice Tobal Ureña mettendo innanzitutto l’accento sulle chance che offre il sistema turistico. “Oltre quattro milioni di persone si recano ogni anno in visita alla nostra isola”, dice il diplomatico segnalando la “enorme domanda” di alloggi turistici, ben oltre “i 56 mila disponibili al momento”.

Altrettanto importante è portare gli italiani nell’isola: “Esiste un volo diretto da Milano” ma per Tobal Ureña ci sono margini per aumentare le rotte. Non solo segnalando l’assenza di voli diretti da Roma, ma anche ricordando che c’è un gruppo di imprenditori che “sarebbe disposto a investire per aprire una rotta da Venezia”.

Ma il mercato dominicano offre spazi anche per infrastrutture: “Strade, ponti, autostrade e immobili: c’è un deficit di circa mezzo milione di case”, spiega l’ambasciatore che mette l’accento sulla certezza “del diritto immobiliare” e sulla redditività del settore: “La rivalutazione degli appartamenti in questo momento garantisce ingressi molto interessanti”. Infine, l’altra grande scommessa dell’economia dominicana: le energie alternative. “Cerchiamo di stimolare la produzione di energia eolica e idroelettrica e solare – spiega la feluca -: non vogliamo più sostenere le forti spese derivanti dall’acquisto del petrolio e vogliamo energia più pulita”.

Per attrarre i capitali provenienti dall’estero la Repubblica dominicana ha messo in campo alcuni strumenti legislativi. Il più importante risale al 1995. La legge per gli investimenti stranieri garantisce “agli imprenditori di poter reimpatriare al cento per cento gli utili ottenuti con le loro attività”, potendo convertirli nella moneta desiderata senza oneri aggiuntivi. “Chiunque voglia investire nella Repubblica dominicana, se non lo fa per scopi illeciti (lavaggio del denaro sporco, traffico di sostanze stupefacenti, sostegno alla criminalità), può contare su un regime libero da imposte”. Inoltre, per risolvere le controversie si può decidere di non ricorrere alla giustizia ordinaria, a volte più lenta e farraginosa, affidando il caso ad arbitrati in grado di dare risposte più solerti. Nel 2007 gli incentivi sono stati estesi alla produzione di energie alternative. A tutto questo, Tobal Ureña aggiunge “la stabilità del sistema politico che ha riconfermato il governo in carica (diretto dal presidente Leonel Fernández Reyna) con un 52,7 per cento dei consensi”. Chi crede nel mercato dominicano tanto da voler investire – lecitamente - oltre duecentomila dollari, può vedersi riconosciuta dal presidente della Repubblica lo status di “nazionalità privilegiata”.

Ma il canale commerciale sta per ampliare gli argini. Il 15 ottobre Unione europea e Caricom, la comunità dei paesi caraibici siglano un accordo di libero commercio che entrerà in vigore alla fine del mese. Una corsia preferenziale “per portare in Europa prodotti di punta come tabacco, rum e zucchero” e per aprire ancora di più il mercato dominicano alle eccellenze europee. Anche perché la Repubblica dominicana, grazie al trattato di libero commercio del Cafta, può funzionare da trampolino di lancio per altri mercati, Stati Uniti in primis.

[ Fonte: Ilvelino.it ]

venerdì 3 dicembre 2010

Investire a Miami

Nel primo semestre 2009, sono stati acquistati 14.500 immobili oltrefrontiera, con un aumento del 15% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente.

Aumentano gli acquisti in America latina e cresce l’interesse per Panama e la zona dei Caraibi (Cuba compresa).

La situazione economica internazionale e l’andamento negativo dei mercati finanziari hanno spinto un buon numero di famiglie italiane a orientarsi verso il settore immobiliare, cercando anche all’estero opportunità di investimento competitive.

Nel primo semestre 2009, sono stati acquistati 14.500 immobili oltrefrontiera. Si tratta di un aumento del 15% rispetto ai primi sei mesi del 2008. Secondo gli operatori interpellati, la seconda parte dell’anno dovrebbe registrare un andamento più brillante e si prevede che il 2009 terminerà con circa 35.000 compravendite, pari a un incremento del 19,4% rispetto al 2008.

Calcolando un acquisto medio intorno a 115 mila euro, il 2009 si dovrebbe chiudere con un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro. Si tratta di una cifra inferiore rispetto all’anno precedente, in quanto, a fronte dell’aumento del numero di acquisti, è in netto calo l’investimento medio.

Le informazioni relative agli acquisti degli italiani all’estero sono state raccolte ed elaborate da Scenari Immobiliari presso le autorità dei diversi Paesi e dalle organizzazioni degli operatori immobiliari locali.
Gli acquisti analizzati riguardano solo le residenze, prima e seconda casa, e sono escluse le altre destinazioni.
Le famiglie sono attente all’andamento dei vari mercati e cercano occasioni convenienti valutando con attenzione cali dei prezzi e aspetti valutari.

Gli Stati Uniti continuano ad attirare l’interesse di un elevato numero di famiglie, grazie all’effetto combinato della flessione dei prezzi delle case e della forza dell’euro rispetto al dollaro.

La località più richiesta continua ad essere Miami, anche perché i prezzi hanno registrato un calo medio del 35% rispetto all’anno scorso, con punte fino al 50%.

La crisi del subprime e cioè quella gigantesca bolla dei mutui facili, quando si comprava casa senza deposito, ma semplicemente pagando qualcosa di più in interessi, ha fatto crollare il valore degli asset immobiliari a Miami.
Di conseguenza, nell' ultimo semestre le banche si sono trovate, loro malgrado, a gestire un voluminoso e spropositato asset immobiliare.

Quello che in gergo finanziario chiamano, short sale, bank owned, foreclosure, ovvero aste fallimentari, ha generato a Miami una vera e propria svendita bancaria.

Come noto, tutto questo ha condotto ad una delle più colossali crisi economiche a livello mondiale; al punto tale da influenzare le elezioni americane al grido del cambiamento.

Il nuovo team insediatosi oggi alla Casa Bianca, permetterà agli americani di salvarli dalla morsa dei pignoramenti immobiliari.A partire dalla seconda metà del 2009 nuove regole ed iniezioni di capitali concessi alle banche, permettono ai cittadini di rinegoziare i mutui estendendone la durata, riducendone il capitale e gli interessi.
E’ previsto nei prossimi 3 anni un incremento del 35% sulla richiesta degli affitti, soprattutto a Miami.
Questo significa maggiore rendita sugli immobili.

A Miami si e' manifestato, più che nel resto degli stati uniti, il fenomeno della seconda abitazione comprata con i mutui " subprime ".

Le banche di Miami cercheranno quindi nei prossimi 3 anni di alleggerirsi velocemente di tali impegni immobiliari per allinearsi al resto degli istituti finanziari e godere delle nuove linee di credito governative.Questo è il periodo migliore per comprare immobili a Miami:tutto è in offerta speciale, un occasione importante per aggiudicarsi il meglio che offre questa meravigliosa ed unica città degli stati uniti e aumentare così il valore del proprio asset immobiliare.

[ Fonte: Voglioviverecosi.com ]