giovedì 16 giugno 2011

Investire in Brasile: é veramente un Paradiso?


Il Brasile è una delle maggiori economie del mondo, e la maggiore dell'America Latina. Dopo il Brasile, nel continente latino-americano vi è quella del Messico seguito dall'Argentina e, al quarto posto, dalla sola città di São Paulo. Il paese gode attualmente di stabilità politica e di un regime democratico che offrono sicurezza per gli investitori. Il paese conta 190 milioni di abitanti di cui solo 7,4 per cento ha piú di sessantacinque anni anni, il che implica un numero ingente di potenziali consumatori. Quinto paese del mondo per estensione, 8.547.403 kmq (28 volte l'Italia 301.318 kmq e due volte e mezzo l'Unione Europea), dal clima temperato che contribuisce alla ricchezza della bio-diversità.
La forte crescita del Brasile si è concretizzata negli ultimi mesi, grazie a un contesto internazionale favorevole caratterizzato da elevate quotazioni dei prezzi dei prodotti agricoli di base e dalla crescente domanda di acciaio di cui il paese è forte esportatore. Nella composizione merceologica dei beni destinati ai mercati esteri, le commodity continuano ad avere un peso importante (in netto aumento i minerali di ferro, lo zucchero e il caffè, le granaglie), ma nell'ultimo anno si è registrato un sensibile aumento della vendita di manufatti che rappresentano la prima voce dell'export brasiliano. Anche la domanda interna è cresciuta grazie alla diminuzione del tasso di sconto. Alla crescita degli ultimi mesi e al ravvivarsi della domanda interna, il governo, per evitare sul nascere il rischio del sorgere dell'inflazione, ha ripetutamente aumentato il tasso ufficiale di sconto, Che continua ad essere alto, suscitando le critiche del mondo imprenditoriale. Il 2010 ha confermato la positiva crescita dell’economia brasiliana, gia’ rilevata nel corso degli anni precedenti (+7,5%). Tale crescita – che é avvenuta in un contesto caratterizzato da una politica di rigoroso controllo della spesa pubblica e dalla lotta ad ogni eventuale focolaio di inflazione – ha segnato il definitivo superamento della crisi economica internazionale. Il governo Lula a tale proposito ha scelto di utilizzare continui e ripetuti aumenti del tasso di sconto che in successivi rialzi è stato portato dall’8,75 % del luglio 2009 al 12% dell’aprile 2011. Il saldo della bilancia commerciale brasiliana è estremamente positiva (+ 20,2 miliardi di dollari) con esportazioni per oltre 201 miliardi di dollari e importazioni per circa 181 miliardi. L’ effetto complessivo di tali manovre, il buon momento economico e i commenti positivi degli organismi internazionali hanno favorito un significativo rafforzamento del Real su dollaro ed euro, quotati rispettivamente a 1,61 e a 2,32. Il citato apprezzamento della valuta nazionale e la politica di alti tassi d’interesse hanno fortemente preoccupato gli ambienti imprenditoriali e, a livello di governo lo stesso Ministro dell’Industria ha espresso riserve e preoccupazione. È possibile che gli effetti di un Real valorizzato sull’economia brasiliana si facciano sentire nel primo semestre di quest’anno con un rallentamento della crescita, ma il quadro economico generale rimane tuttavia positivo anche se come abbiamo detto, principalmente dovuto a fattori esterni.
La politica paternalista e assistenzialista del governo Lula che assiste quasi cinquanta milioni di brasiliani con il “programma salario famiglia”  ha un effetto positivo sui consumi ma un effetto negativo sulla crescita. In pratica é come se ben oltre l’intera popolazione dell’Argentina vivesse di assistenzialismo. Ovviamente questa politica é stata premiata dalle classi meno abbienti con la rielezione di Luiz Inácio da Silva e con la vittoria di Dilma Rousseff.  
Un mercato che, nel giro di qualche anno, varrà quanto quello di Cina e Russia, inoltre ha un solido legame con il nostro Paese.
Le valutazioni di rischio delle principali agenzie di rating sono le seguenti:
Moody’s: /Baa3/outlook positivo
- Standard & Poors: BBB-/outlook stabile
- Fitch-IBCA: BBB/outlook stabile
- La SACE colloca il Brasile nella Categoria OCSE n. 3. Condizioni di assicurabilità senza alcuna restrizione.
La crescita del PIL secondo le stime effettuate su base annua dovrebbe aggirarsi intorno al 4%, in diminuzione rispetto al precedente anno anche per il forte aumento del tasso di sconto, tra i più alti del mondo.
Nel 2011 vi sará un’ulteriore crescita dell’export, in linea con la forte ripresa della domanda mondiale, specie per quanto riguarda le commodity.
Secondo le previsioni di esperti la crescita economica, nel 2011 e 2012, dovrebbe stabilizzarsi rispettivamente al 4,21% e 4,25%: non come conseguenza del calo dei tassi d’interesse, che dovrebbero rimanere stabili, quanto sulla scia del boom dell’export.
Le PMI invece hanno subito effetti negativi dovuti al mercato non regolamentato ma specie a causa dell’alto costo burocratico (permessi, licenze, piccole tasse che per pagarle hanno un costo lavoro maggiore della stessa tassa, ecc.) che porta al fallimento di circa il 50% delle PMI durante il primo anno di vita.
Maggiori informazioni sugli Indicatori sull' economia brasiliana possono essere trovati sul sito della Banca Centrale del Brasile www.bcb.gov.br disponibile nelle versioni inglese e portoghese. Questo sito contiene, fra le altre, informazioni sulla legislazione brasiliana, informazioni macroeconomiche e i dati statistici sul sito dell’ Istituto Nazionale di Geografia e Statistica www.ibge.gov.br disponibile nelle versioni portoghese, inglese e spagnola.
brasil_italia“Identikit” degli italiani che si trasferiscono in  Brasile
Quella brasiliana la quinta comunità di italiani residenti all’estero, preceduta da Germania, Argentina, Francia e Svizzera. La comunità italiana in Brasile è composta da 292mila italiani iscritti alle Anagrafi consolari e 273mila iscritti all’AIRE, ma si stima che i cittadini brasiliani di origine italiana siano circa otto milioni.
I settori più coperti dalle PMI “italiane” sono: “abbigliamento” (751 imprese), “mobilio e legno” (682 imprese), “prodotti alimentari” (517 imprese), “metallurgia” (404 imprese). “edilizia” (333 imprese), “macchine non elettriche” (323 imprese). In questo contesto le prospettive di una cooperazione con l’Italia sono reali. 84 progetti finanziati dai Ministeri degli esteri e del lavoro Sono 84 i progetti a favore degli italiani residenti in Brasile finanziati tra il 1998 e il 2002 dal Ministero del Lavoro e dal Ministero degli Affari Esteri. La maggior parte di essi ha riguardato i settori del Turismo, Impresa e Commercio.
Le circoscrizioni consolari più coinvolte sono state San Paolo (26 progetti), Rio de
Janeiro (18), Curitiba (9) e Belo Horizonte (5).
Ad esempio «Il Gruppo Fiat è arrivato in Brasile 50 anni fa con una piccola azienda
d'importazione di macchine agricole. Oggi, le 23 imprese del gruppo costituiscono
uno dei più grandi conglomerati industriali del Paese. È il primo mercato per la Fiat, precedendo anche il mercato italiano, e la principale destinazione degli investimenti del gruppo fuori dall'Europa.
Questo é l’identikit  delle imprese che investono in Brasile. Per questi c’é l’aiuto del Governo italiano, dell’Ambasciata, dei Consolati e dei politici. L’elezione ad esempio del Senatore Edoardo Pollastri e avvenuta grazie a questa comunitá industriale e agli  italiani nati in Brasile.
Ben differente é invece la situazione dei piccoli imprenditori che stanchi dello stress e del tran tran quotidiano hanno deciso di cambiar vita e sono venuti in Brasile alla ricerca di pace e tranquillitá, investendo i loro risparmi o magari vendendo la casa che gli hanno lasciato i nonni in ereditá. Questi sono sparpagliati sulla costa, da Rio de Janeiro a Sao Luis, con maggiori concentrazioni nell’area di Salvador di Bahia, Natal e Fortaleza. La maggioranza di questi “nuovi ëmigranti” hanno investito in piccoli immobili, turismo e ristorazione. Sono proprietari di bar, agenzie di turismo, piccoli hotel, ristoranti, appartamenti per affitto turistico, internet caffé, ecc. Loro sono completamente abbandonati dalle autoritá italiane. I consolati li evitano e non li assistono e quando diventano vittime di taglieggi o fatti di cronaca. In questi casi i nostri rappresentanti si limitano a dire: “si rivolga ad un avvocato” e al massimo forniscono il numero dell’avvocato di fiducia che in genere é un parente di qualcuno che lavora nel Consolato. Ancora peggio quando i consoli onorari quasi non parlano l’italiano. Molti espatriati sono vittime della burocrazia, di professionisti senza scrupolo, di estorsioni (ma non della malavita per intenderci) e di un’economia che spesso é difficile da comprendere. Ma chi sono e quanti sono questi ragazzi che cercano una nuova vita all’estero? E sono poi tutti “ragazzi”?  L’ identikit é: tra i 20 ed i 45 anni; con patrimonio tra i 50 e i 200 mila euro; l’88% di sesso maschile; il 66% sono laureati; il 27% sono figli di industriali o commercianti. Solo il 4% é sposato con figl”.  La maggior parte di loro cercano un’attività davanti o sulla spiaggia, dove far soldi ed eliminare lo stress. In fondo, desiderano piú fare una scelta di vita, piuttosto che dare una svolta economica alla vita. Bisogna peró tener conto che questo tipo di attività sono stagionali e non sempre danno il ritorno desiderato. Una piccola attività spesso produce entrate appena sufficienti a sopravvivere. In molti casi é meglio un business non stagionale che lasci il tempo necessario per andare al mare a rilassarsi quando se ne sente il bisogno.
A livello europeo le statistiche segnalano peró l’amore, non il lavoro, in testa ai motivi d’ espatrio. Secondo un recente studio ci si sposterebbe dal proprio paese d’ origine per stabilirsi all’ estero, in primo luogo, per raggiungere l’anima gemella. Le opportunità professionali sono menzionate solo dal 25% del campione, mentre le decisioni legate a storie d’amore primeggiano con un 30%, secondo quanto hanno dichiarato gli emigranti intervistati.
Ottenere  un visto di residenza: le difficoltà  
Questo é il tema più scottante per chi vuole investire o semplicemente risiedere in Brasile. Il fatto di avere proprietà o quote di società brasiliane non da diritto alla residenza. Non é permesso permanere come turista più di 180 giorni durante 12 mesi a partire dalla prima entrata. Ultimamente, e in modo totalmente arbitrario, negli aereoporti di Fortaleza e Natal stanno rilasciando permessi d’entrata di soli 30 giorni (dicono per limitare il turismo sessuale), questo puó essere contestato (perché arbitrario) nello stesso aereoporto o in caso quando si richiede una prorroga. Per specifici accordi tra Italia e Brasile abbiamo diritto a permanere 3 mesi + 3, sempre che si possa dimostrare di avere i soldi sufficenti per mantenersi.
Alcuni trucchetti per rimanere oltre i sei mesi, tipo cambiare di passaporto, funzionano se si entra da frontiere terrestri, ma possono creare problemi se in un futuro si vuole richiedere la residenza. Inoltre bisogna analizzare bene il fattore residenza a livello fiscale, in quanto in teoria si é tassati anche su guadagni provenienti dall´estero, a meno che non abbiate modo di applicare i trattati sulla doppia imposizione.
La legislazione in materia di rilascio visti per investitori stranieri in Brasile è stata recentemente modificata con l’introduzione della risoluzione n. 84 del 2009, per la quale è sufficiente un investimento iniziale di 150mila real, per la costituzione di una nuova azienda o capitalizzazione di una già esistente. La complessa normativa tra l’altro richiede, come conditio sine qua non, la presentazione del cosiddetto piano d’impresa. Bisogna tener conto che per investimento si intende um’attività produttiva quindi non l’acquisto di una casa o di un’auto. Se queste però sono parte del capitale di una società vengono riconosciute come investimento. Quindi attenzione: la casa che comprate a nome vostro non viene considerato investimento estero, mentre se la acquistate a nome della società si.
In genere é più celere richiedere i visti in Italia e spostarsi in Brasile dopo averlo ottenuto, o richiederlo, andare in Brasile come turista e ritornare quando il visto é stato rilasciato. Perché avviene questo: i consolati incamminano direttamente la paratica la Ministero competenete che di norma in 30 – 90 emette la risoluzione. Quando invece il visto viene richiesto in Brasile, in genere vanno incamminati direttamente o in seconda instanza attraverso al Polizia Federale e qui inizia l’incubo. .Per fare un esempio concreto, io sonono entrato con un visto da giornalista valido un anno, poi mi sono sposato ed ho richiesto il visto permanente. Sono qui da 4 anni ed ancora non mi é stato concesso il visto. Questo é normale in Brasile. Ovviamente “spingendo” si possono accorciare i tempi, ma ovviamente questo ha un costo. Io ad esempio non ho un interesse specifico ad avere la residenza definitiva, ma questo significa anche che non posso essere amministratore di una societá, non posso avere la patente brasiliana (per cui in teoria dopo 6 mesi é come guidare senza patente), ho difficoltá ad aprire conti bancari, ecc.

Quali le  opportunità di business per le Pmi
Il settore del turismo un grande potenziale, nonostante le infrastrutture necessitino di maggiori investimenti per cui il rientro degli capitali applicati, spesso, é a lungo termine. Altri settori importanti sono: agro-industria elettronica, abbigliamento e calzature; carta e cellulosa; informatica; macchine utensili. Tuttavia, il Brasile necessita di sviluppare ulteriormente nuove tecnologie, come per esempio le tecnologie per macchine tessili, per macchine per la lavorazione del legno, della seta, dei marmi e graniti. Il paese ha anche una grande necessità di acquisire tecnologia nel campo del design.
Gli immobili sono un’altro settore d’investimento importante. Se si vuole usare l´investimento in una proprietà tipo albergo, ristorante, ciber caffè, ecc. per avvalersi del visto di residenza in qualità di investitore (minimo 50 mila dollari USA
o attività che offra almeno 10 posti di lavoro a brasiliani) é necessario fare l´acquisto della proprietà a nome di una società (individuale, limitada o anonima). Se invece si desidera investire in proprietà, senza legare l´investimento ad una permanenza nel paese, si puó investire a nome di persona o costituire una società in Brasile o ancora meglio attraverso una socirtà estera. Se poi si vuole proteggere i vostri beni e se la proprietà ha un certo valore, potete investire a nome di una società offshore

brasileAvviare  un’impresa in Brasile: troppa burocrazia?  
Si, definitivamente. Il 50% delle PMI non sopravvivono al primo anno. bisogna adempiere 55 obblighi per entrare in funzione, 41 per funzionare normalmente e 11 per chiudere. Come fanno i brasiliani? Molto danno "um jetinho", tradotto é una soluzione alla napoletana (senza offesa per i napoletani che in questo sono bravissimi) e lavorano senza permessi e licenze. Quindi prima di buttarsi sull´apertura del ristorantino, ciber caffé, ecc. informatevi bene con un commercialista su quali sono le migliori opzioni perché i brasiliani non sempre li controllano ma voi lo sarete. C´é da dire che il Governo é cosciente di tutto questo e sono in parlamento varie riforme. La ditta Individuale é molto pericolosa perché il patrimonio personale risponde per eventuali debiti dell´attività, cosa che non succede nella limitata dove la responsabilità di ogni socio é appunto limitata alla sua quota azionaria. Attenzione quando si costituisce una società al contratto sociale che in genere tende a favorire il socio brasiliano. La persona fisica o giuridica straniera che voglia investire imprenditorialmente in Brasile, o costituirà una nuova società nel Paese, o parteciperà a una società già costituita o può aprire una succursale dell’impresa estera. I dividendi pagati alle persone giuridiche e fisiche con sede all’estero, a seguito di investimenti registrati presso il Banco Central do Brasil, erano soggetti all’aliquota del 15%.Oggi, i dividendi non sono più assoggettabili a imposta, a partire da quelli generati da gennaio 1996.
Esistono  vantaggi fiscali o altri incentivi per gli stranieri che avviano nuove  imprese?  
In genere no. In alcuni stati é possibile ottenere esenzioni delle tasse comunali e statali per attivitá che producano lavoro per la popolazione locale. Nella Zona Franca di Manaus vengono date alcune esenzioni fiscali statali, comunali e federali alle industrie ed esclusivamente a queste. Raramente le PMI possono avvalersi di questi incentivi fiscali.  Per le PMI esistono peró dei sistemi semplificati di contabilitá e di tassazione.
I pro e i  contro della vita e del fare impresa in Brasile  
Questi ovviamente sono soggettivi. In genere in Brasile si ricerca un tipo di vita che é difficile permettersi in Italia. Nella mia opinione i vantaggi si stanno riducendo a favore degli svantaggi, comparando con altri paesi in via di sviluppo come Thailandia, Filippine, ecc. Ovviamente ci sará sempre una certa preferenza verso il Brasile per via delle affinitá culturali e linguistiche. Il problema per le piccole imprese é che i guadagni sono limitati e il rischio per l’investitore straniero e quello che io chiamo della “barbonizzazione”, ovvero di trasformarsi in quasi indigenti, non avendo piú i soldi per poter viaggiare e comprarsi “certi lussi” quali il cibo italiano, una macchina, ecc. Per questo il mio consiglio é di non investire mai, e poi mai, oltre il 50% del proprio capitale.

I “falsi  miti” del Brasile
In Brasile tutto era facile. Oggi tutto é complicato. É lo scotto che si paga quando un paese cerca di eliminare la corruzione senza prima aver deburocratizzato l’apparato statale. Se pensate che qui non si pagano le tasse é un grande errore. Il fisco é ben organizzato anche se non riesce a controllare tutte le attivitá. Ovviamente se devono scegliere di controllare un brasiliano o uno straniero, pensate un po chi controlleranno? Poi ad esempio, se non fate nessuna dichiarazione dei redditi, neanche quella di esente, vi bloccano il CPF (codice fiscale) e fino a quando non lo regolarizzate non potete acquistare o vendere immobili e movimentare conti bancari. La violenza é in aumento ma non é a livelli critici.  Ciò che invece non é un mito ultimamente é la caccia alle streghe verso un certo tipo di stranieri che però sta facendo vittime anche tra le persone che vivono e lavorano dignitosamente in Brasile. Sempre di più ci sono persone che finiscono sul giornale come mostri e che probabilmente non lo meritano. Ultimamente anche i giornali italiani hanno fatto eco alle notizie che arrivano dal Brasile e ormai chi viene in questo paese viene tacciato di turista sessuale o pedofilo. Qui però ci sono anche tanti italiani che lavorano, che hanno famiglia e che sanno come stanno le cose veramente. Il Brasile non é solo quello dei bar a luci rosse, che in fondo gli stessi brasiliani ci hanno fatto sognare quando nei cartelloni di propaganda turistica appariva in primo piano il fondo schiena di una brasiliana nella spiaggia di Copacabana.
Il costo  della vita locale  
É il 45% meno caro che in Italia se si tiene conto un tipo di vita all’europea. Negli ultimi 3 anni i prezzi sono aumentati del 60%, 30% dovuto all’inflazione e 30% alla rivalorizzazione del reale sul dollaro e euro. In fondo non é piú conveniente come prima, ma si riesce ancora a vivere bene con mille euro al mese (tenete presente che lo stipendio minimo é di 234 euro al mese).
I  maggiori ostacoli incontrati dagli italiani che si trasferiscono in Brasile  per affari.
Per prima cosa la burocrazia, poi la difficoltá a reperire informazioni serie e professionisti e lavoratori qualificati, i costi di avviamento molto cari (certo non comparabili a quelli europei). Poi c’é la parte la parte di visti e residenza che a volte diventa un vero e proprio incubo. Le lungaggini fanno vivere in uno stato di insicurezza nel quale é difficile investire. Ovviamente, a parte la burocrazia che é dilagante, non si puó generalizzare rispetto agli altri inconvenienti. Esistono differenze sostanziali tra le grandi cittá e il sud, e il nord est e l’interno del paese. Purtroppo le aree piú belle del paese e di maggiore interesse per i piccoli investitori sono le piú disagiate, direi disastrate. Peró in fondo non é differente dalla realtá italiana, specie nel passato.

Fonte: investirenelmondo.com

lunedì 23 maggio 2011

Case da sogno: l'attico è puro lusso se è sulla Senna di fronte alla Tour Eiffel

Ecco sottoposta alla vostra attenzione una vera  casa da sogno. Questa volta siamo andati a Parigi, dove si trova questo attico di lusso nel cuore della capitale francese, con affaccio sulla senna di fronte alla Tour Eiffel. L'attico è composto da otto stanze da letto, 10 bagni, un ascensore privato e accesso esclusivo alla terrazza, dove tra sauna, spa e palestra personale, si puó godere di una delle migliori viste su Parigi.
Il marmo è la nota predominante dell'arredamento, così come gli spazi aperti e la luce bianca.  La casa dispone di un'ampia cucina, un'enorme sala da pranzo, una stanza per il personale di servizio e una sala di sicurezza. Al primo piano c'è solo l'entrata per il personale e al piano terra ci trovano 3 cantine con porte blindate e due garage per le auto. questo attico di lusso si vende per 45 milioni di euro e della vendita se ne occupa la compagnia immobiliare hurwitz james company. 
Avete clienti interessati ??


Fonte: idealista.it

lunedì 16 maggio 2011

Social Media Marketing e settore immobiliare: Strumenti Per Aumentare Le Vendite

Molte imprese oggi utilizzano i social network per aumentare i visitatori delle proprie pagine web e indirizzarli all'acquisto di prodotti e servizi. Appunto perche' l'obiettivo primario delle ricerche di mercato, nel settore vendite, e' indiscutibilmente l'ottenimento di valore, dotarsi di strategie basate sui social media e' oggi una mossa ingegnosa per il marketing, sia per promozione del brand che per le vendite. I tre canali piu' noti sono di certo Facebook, Youtube e Twitter.

Questo stile di comunicazione oggi molto diffuso si può adattare  bene anche nell'ambito del settore immobiliare.

Facebook, grazie alle sue funzionalita', si presta in maniera eccellente al social media marketing. Una volta che si raggiunge un buon numero di fans, e' possibile utilizzare questo strumento per porre domande, chiedere pareri, proporre nuove idee, avere feedback sulla propria offerta e valutare eventuali miglioramenti.

Inoltre, e' possibile condividere schede per lanciare i prodotti sul mercato: i fan della pagina daranno riscontri immediati e di facile lettura, da analizzare per aggiustare il tiro, e saranno indirizzati in maniera immediata all'acquisto.

Immaginiamo quali opportunità si aprono rispetto alo stile tradizionale ed un pò obseleto utilizzato fino ad oggi dalle agenzie immobiliari e dalle società mandanti.

Anche YouTube oggi e' divenuto un mezzo di social media marketing di successo anche per le piccole e medie imprese. Attraverso brevi clip, si puo' dare la migliore immagine della azienda, da condividere con i clienti gia' affiliati e quelli potenziali.

I video possono dare un valore aggiunto alla visual identity aziendale e convincere anche i piu' titubanti sulla effettiva qualita' della offerta. Pensiamo solo a quanti cantieri, immobili, capannoni e infiniti dettagli supportati da audio e commenti video si possono gestire senza dover investire capitali in comunicazione tradizionale.

Twitter consente di canalizzare gli utenti, in maniera istantanea, verso nuovi articoli e prodotti. Forse tra i vari Social è quello che si adatta meno al mondo immmobiliare poichè si muove su temi istantanei, promozionali e di grande rapidità nella logica virale.

E' bene pero' sottolineare che la presenza esclusiva in uno o piu' canali non basta per attirare clienti: i social network fanno da supporto e da strumento di canalizzazione verso il sito web principale che deve essere di facile lettura, veloce da caricare e sempre aggiornato!

Attenzione anche a non dimenticarci di uno strumento fondamentale che funge da complemento della filiera tecnologica....la rete di venditori !!.....ma questo è un altro capitolo che vedremo in un altro post.

sabato 14 maggio 2011

Le migliori opportunità in Estonia

TALLINN - APPARTAMENTI ILMARINE - Completamente arredati su due livelli, a partire da € 75.000 con reddito 7%

pubblicata da Investire in Estonia 

La struttura Domina Inn Ilmarine è un prestigioso e storico hotel situato nelle vicinanze della Città Vecchia di Tallinn, a pochi minuti a piedi dall'approdo dei traghetti, dal distretto degli affari, dai teatri cittadini e dalla zona dello shopping più esclusivo. L'hotel è stato costruito nello storico sito industriale della fabbrica Friedrich Wiegand, risalente al 1881, durante l'impero russo. L'edificio è stato ristruttturato e rilanciato come hotel nel 1999, e rinominato Ilmarine, dal nome originario della fabbrica. Gli interni e gli esterni ricordano l'origine industriale, e al tempo stesso gaarantiscono un'atmosfera capace di offrire tutti i comfort e le caratteristiche moderne in grado di soddisfare i bisogni della clientela più esigente


I mini appartamenti Duplex sono la proposta che viene offerta alla clientela nel contesto dell'Hotel Ilmarine. Ogni mini-appartamento, disposto sui due piani che sovrastano l'atrio principale dell'hotel, vanta una vista sul mare e sul cortile o sul parco e sulla Città Vecchia di Tallinn. Con una metratura media di 45 mq, gli appartamenti sono disposti su due livelli. Oltre ai più moderni comfort è a disposizione gratuitamente la connessione Internet ad alta velocità e le strutture dell'hotel (ristorante, centro estetico, bar, palestra e sauna).

Prezzi da € 75.000 e fino a € 120.000 (arredati e corredati)
Reddito da locazione garantito triennale 7%


                                                                               


giovedì 12 maggio 2011

Investire a Manhattan nella Freedom Tower che sostituirà le Torri Gemelle



La Freedom Tower sarà la torre che sorgerà al posto delle Torri Gemelle. La torre sarà alta 415 metri per un totale di 108 piani, 69 dei quali saranno ad uso ufficio. Al piano 100 e 101 sarà creato un ristorante con una splendida vista di Manhattan. Il piano 102 sarà un osservatorio. Qaundo sarà completata l'opera di realizzazione, incluse le antenne, la Freedom Tower sarà alta 541 metri (1776 piedi) proprio come l'anno 1776 che rappresenta la dichiarazione di indipendenza americana. La realizzazione si concluderà entro il 2011.

                                                               

martedì 10 maggio 2011

Conti pubblici e il debito italiano? Tutta colpa dell'Europa

Posted by Stefano Pelizzola
"Cari europeisti convinti, il debito italiano è schizzato dal 1981, ovvero da quando la Banca d'Italia non è stata più obbligata a stampare moneta su richiesta del ministero del Tesoro". Il finanziere Ernesto Preatoni interviene di nuovo nel dibattito scatenato dalla sua proposta anti-debito ("Alzare l'inflazione al 10%") su Affaritaliani.it. "E' meglio essere al di fuori dell’euro che dentro l’euro", assicura. E spiega perché preferisce investire in Paesi come Estonia, Lettonia, Lituania e Russia "che hanno delle caratteristiche che l’Italia neppure si sogna: stabilità politica, pace sociale, debito pubblico molto basso, fiscalità contenuta e prezzi immobiliari molto più bassi". Poi risponde a Esposito Fait e Baggiani...
L'INTERVENTO
Caro direttore,
ho letto con piacere gli interventi di Esposito, Fait e Baggiani.
Mi compiaccio nel constatare che in Italia vi sono ancora persone che usano ragionare anziché appiattirsi su posizioni dogmatiche.
Mi compiaccio con Esposito per il modo in cui ha demolito la Kostoris.
Ringrazio Fait e Baggiani per avere compreso che non ho la pretesa di avere elaborato una ipotesi che abbia una pretesa scientifica assoluta.

Mi sono limitato ad indicare una direzione che ritengo essere il minore dei mali possibili.
Per quanto riguarda la scadenza media del debito pubblico concordo con Fait ma mi è d’obbligo rilevare che,  se anche  riuscissimo a risolvere il problema del debito pubblico in 12 anni anziché in 6 avremmo conseguito un incredibile successo! D’altra parte la stessa B.C.E. ha ultimamente indicato il nuovo obiettivo: ridurre il debito pubblico del 5% l’anno.
L’Italia ha un debito pubblico del 120 %. Per ridurlo al 60% occorrerebbero esattamente 12 anni.

A questo proposito bisogna ammettere che il ministro Tremonti ha fatto un ottimo lavoro perché è riuscito a tenere l’Italia al di fuori dei PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, gli Stati più a rischio). In ciò è stato agevolato dal fatto che la comunità europea ha posto sino ad oggi l’accento sul rapporto deficit–PIL anziché sul rapporto debito-PIL . Se l’obiettivo è cambiato e il rapporto debito-PIL dovesse essere posto con maggior enfasi non mi stupirebbe se l’Italia venisse messa sotto pressione dai mercati.
Sempre riguardo a Fait mi permetto solo di dissentire che una manovra monetaria “lasca” possa essere negativa per la crescita economica.
Basta a questo proposito guardare il grafico sottostante per rendersi conto che il debito pubblico italiano è esploso dal 1981 in poi. Ricordo ai più giovani che fino al 1981 la Banca d’Italia era obbligata a stampare su semplice richiesta  del Ministero del Tesoro (dei politici quindi). Dal 1981 in poi questo obbligo è terminato, la Banca d’Italia ha attuato una politica più restrittiva  e ciò nonostante il debito è esploso.


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Fonte: Fondo Monetario Internazionale

Vorrei evitare in futuro di entrare in modo troppo approfondito sulle tecnicalità.
Ciò produrrebbe l’effetto negativo di limitare il dibattito ad un numero di persone contenuto. Mi piacerebbe invece che il dibattito si estendesse agli europeisti convinti, a coloro che hanno sposato l’euro, a coloro che, quando le cose non funzionano all’interno della CEE, danno la colpa agli antieuropeisti senza avere alcun dubbio. Potrebbero aver costruito un mostro senza alcun senso ma è proibito discuterne.
Gli inglesi non sono entrati nell’Euro e oggi possono collocare il loro debito pubblico a due punti in meno della Spagna. Se si dovesse ristrutturare il debito pubblico di uno Stato della Comunità  (peggio ancora in caso di default) a quali tassi collocheranno il debito pubblico la Spagna e l’Italia? E’ la dimostrazione che è meglio essere al di fuori dell’ euro che dentro l’euro!

PS: gli investimenti che io suggerisco sono una diretta conseguenza del fatto che da anni ho capito che il problema del debito pubblico non sarebbe mai stato seriamente risolto. Anche se  l’ipotesi da me avanzata non si verificasse i suggerimenti da me dati rimarrebbero comunque validi.
Perché mai dovremmo comprare un immobile a Genova in pieno centro a 7500 euro al metro quadro quando è possibile comperare a Vilnius in pieno centro a 2500 euro al metro quadro? Per il principio dei vasi comunicanti (globalizzazione dei mercati) questa differenza verrà prima o poi colmata.
Oltretutto i paesi che io prediligo (Estonia, Lettonia, Lituania e Russia) hanno delle caratteristiche che l’Italia neppure si sogna: stabilità politica, pace sociale, debito pubblico molto basso, fiscalità contenuta e prezzi immobiliari molto più bassi.

Ernesto Preatoni

Fonte: Affariitaliani.it

venerdì 14 gennaio 2011

Investire a Dublino ( Irlanda )

Che i cinesi siano degli ottimi investitori del mercato immobiliare internazionale è ben noto, con una serie di interventi capillari compiuti anche nel nostro Paese.

Ma qual’è la nazione che in questo momento sta finendo sotto l’occhio attento degli investitori del Paese asiatico? La risposta non è difficile da individuare, viste e considerate le condizioni attuali degli scenari immobiliari delle nazioni europee in principale difficoltà, come, ad esempio, l’Irlanda, alle prese con una criticità economico finanziaria piuttosto evidente.

Stando a quanto riportano le più recenti analisi, infatti, i valori commerciali delle case di Dublino e dei più importanti centri abitati del Paese europeo sarebbero crollati già del 44% rispetto a quanto riscontrato all’apice del business immobiliare del 2007, aprendo pertanto degli scenari molto interessanti per chi possiede del denaro da impiegare in questo comparto.

La situazione irlandese è tuttavia piuttosto complessa, perché, a differenza di quanto accade in altri Paesi di primo piano internazionale (ad esempio, negli Stati Uniti),
è altamente improbabile che nella nazione nord europea si sia davvero toccato il fondo.
Nonostante nuovi investimenti esteri, infatti, gran parte di coloro che vorrebbe impiegare il proprio denaro nel mercato immobiliare irlandese sta attualmente ancora guardando la possibile evoluzione del real estate locale,
nella convinzione che il peggio non sia ancora stato toccato.

[ Fonte: Mutui.vostrisoldi.it ]