venerdì 12 marzo 2010

Gli investitori immobiliari parlano milanese

È pur vero che l’erba del vicino è sempre più verde, ma quando si leggono i risultati delle classifiche europee l’Italia non fa mai una brutta figura. Anzi, in tempi di crisi è riuscita anche a tirare la volata ad altri Paesi.
È successo grazie a Milano: il capoluogo meneghino è, infatti, entrato nella top 10 delle migliori città del Vecchio Continente per gli investimenti immobiliari.
È quanto emerge dall’ultima indagine sul settore “Emerging Trends in Real Estate Europe 2010” pubblicata dall’Uli (Urban Land Institue), un’organizzazione no-profit del settore, in collaborazione con PricewaterhouseCoopers. Una ricerca che, va detto, comprende le previsioni di più di 600 rappresentanti di settore, compresi i dirigenti di società immobiliari e i creditori.
Sfogliando il rapporto, si scopre che Monaco di Baviera resta il miglior mercato dove investire sul mattone, seguito da Amburgo, Parigi, Londra e Vienna. In queste città, infatti, resta elevatissima la propensione degli investitori per le nuove acquisizioni.
Ma nell’ultimo anno, è risultato conveniente e fruttuoso investire anche in Lombardia che continua, di fatto, a rappresentare una delle Regioni più ricche d’Europa in base al Pil. E così, proprio all’ombra della Madonnina, la solidità dei settori dell’edilizia, dei servizi e del commercio hanno portato a un duraturo clima di fiducia da parte degli investitori.
In particolare, nel 2010 Milano è migliorata nelle prospettive d’investimento, salendo dal 18° posto al 6° posto per valore di asset esistenti ed è risultata al 9° posto per le nuove acquisizioni.
Un bel balzo in avanti con alcune precisazioni. Tra i seicento intervistati - si legge nel rapporto - molti hanno tuttavia messo in discussione l’effettiva stabilità del mercato italiano, che sembra scontare con ritardo le notizie negative e criticato la carenza di immobili di primaria qualità in Italia.
Inoltre Milano paga ancora caro lo scotto della sua strutturazione immobiliare: la città, infatti, offre agli investitori edifici “obsoleti” e condizionati territorialmente, poiché la maggior parte si trova nel centro storico.
Ancor più complesso il giudizio su Roma, il cui mercato immobiliare è fortemente influenzato dal ruolo della pubblica amministrazione, in quanto buona parte degli immobili viene utilizzato da ministeri o altri enti governativi.
Fattori che fanno collocare la Capitale meglio nella classifica dei portafogli esistenti (9° posto) rispetto a quella delle nuove acquisizioni (14° posto). Per quanto riguarda invece le iniziative di sviluppo, la città Eterna si colloca al 15° posto, con un leggero peggioramento rispetto al 2009.
Cosa aspettarsi dal futuro? Il rapporto evidenzia che nel 2010 il settore europeo del Real Estate vedrà qualche miglioramento, a patto che la morsa creditizia delle banche sugli inventori si allenti un po’. Ovviamente la crisi che si è abbattuto sul settore immobiliare ha lasciato strascichi profondi con un evidente clima di insicurezza che caratterizza gli scenari dei prossimi anni.


[ Fonte: Miaeconomia.leonardo.it ]

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