giovedì 11 giugno 2009

Il progetto Sharm

( tratto da un'intervista di alcuni anni fa ad Ernesto Preatoni)

"Quando alla fine del '91 visitai la zona del Mar Rosso, Sharm el Sheikh aveva 3 alberghi edificati dagli israeliani e un aereoporto con soltanto una pista d'asfalto"

Dottor Preatoni, come è nato il suo progetto “Coral Bay” a Sharm el-Sheikh?
"Quando alla fine del '91 visitai la zona del Mar Rosso, Sharm el Sheikh aveva 3 alberghi edificati dagli israeliani e un aereoporto con soltanto una pista d'asfalto e un capannone industriale dove – in assenza dei nastri di distribuzione – avveniva il recupero bagagli in una grande calca e confusione. Ma il viaggio stesso risultava laborioso, articolato da Milano su ben tre tratte, Milano-Roma, Roma-il Cairo con pernottamento e poi finalmente il Cairo-Sharm. La burocrazia egiziana risultò comunque migliore di quella italiana, più complicata di questa ma di certo meno rigida, disponibile ad avviare un colloquio nel tempo. Decisi di scommettere su Sharm perché era la destinazione più vicina all’Europa a poter contare su una stagionalità balneare di 12 mesi, con bel tempo continuo e mare invitante

Nell'Estate successiva acquistai allora un terreno desertico con 1600 m di costa in vista dell’isola di Tiran, al fine di realizzare il mio progetto di 'resort' più grande di tutto il Medio Oriente. Terminata la prima fase costruttiva nella Primavera del '94, e curato poi opportunamente il lancio presso i mass-media, oggi il "Coral Bay" - con i suoi 2200 posti-letto (in via di raddoppio) e vari conforts su ben 1.200.000 mq di superficie - dà lavoro, con l’indotto, a migliaia di persone! Il positivo andamento economico delle attività intraprese (gestione commerciale di comproprietà alberghiera e vendita di multiproprietà: ville, residences e negozi) conferma che era giusta la scelta di Sharm come luogo d’investimento.

Il complesso comunque, già con una sua logica interna – riproduzione in stile moresco d’un villaggio con suggestive balconate, archi, vicoli, viali e spiazzi sociali - diversificherà in un futuro vicino l’offerta in 4 categorie alberghiere più una quinta d’alto livello, con l’aggiunta d’un parco divertimenti con giochi d'acqua e scenografie ispirate alla storia locale. E questo per soddisfare sempre più la clientela e soprattutto quella italiana, visto che i nostri connazionali costituiscono attualmente a Sharm ben il 60% delle presenze, invogliati anche dal fatto che ormai tutti gli addetti ai servizi parlano un po' la nostra lingua, non solo al 'Coral' ma su tutta la costa del Sinai.

Per quanto riguarda l’ambiente, il “resort” lo utilizza convenientemente e lo difende anche perché la sua integrità costituisce un fondamentale fattore di successo dell’impresa alberghiera; e con la baia inserita in un unico complesso, tutto diviene certamente più facile. Non si getta allora nulla in mare, non si pesca e non si nuota dove c’è la barriera corallina (che soltanto qui, infatti, risulta intatta), il passaggio delle barche a motore per il trasporto dei “divers” avviene soltanto a largo, la circolazione di veicoli pure non inquinanti è ridotta davvero al minimo all'interno del villaggio.

Ecco perché dispiace – dopo queste attenzioni - che i servizi alberghieri vengano a volte giudicati solo in base a dettagli o contingenze. In complesso il gradimento al “Coral” è molto alto, un 2/3% soltanto di insoddisfazione viene rilevata soprattutto a Giugno, nella bassa stagione. E’ in questo periodo infatti, tempo di promozioni, che arriva un maggior numero di persone senza molta esperienza e cultura turistiche, e capacità d’esprimere, dunque, valutazioni globali. Questi vacanzieri sono allora maggiormente attenti ai dettagli, avendo attivato - per la paura di non essere considerati all’altezza - il processo psicologico ‘se riesco a cogliere i difetti dell’organizzazione, sono allora anch'io uno che conta'".

Che prospettive vede per il futuro?
"In prospettiva credo molto nella Russia, e soprattutto nell’Italia, dove la 'Domina' si affermerà fra 2 o 3 anni al massimo come la più grande catena alberghiera. Il marchio sarà però molto ricorrente anche in Egitto, visto che si sta utilizzando la sua formula come 'franchising' anche con altre strutture alberghiere. E sempre sul Mar Rosso, andando più a sud, c’è ancora da sviluppare un grande mercato turistico"

Si parla molto anche di altre nuove località dove portare il turismo, Costa d'avorio, Capo Verde, ecc. Lei cosa ne pensa?
"A mio avviso, molte altre sono le località da prendere in considerazione prima della Costa d'Avorio: prima di tutto, per la fruibilità non ottimale di dei suoi litorali bagnati dall’Oceano e non da mari interni più tranquilli; e poi per la distanza dall’Europa che fa levitare il costo dell’areo, non scoraggiando le élites ma sicuramente il turismo più popolare. Non parliamo poi di fare altri investimenti nel Mediterraneo, dove la stagione balneare di 3 mesi è sfruttabile appieno, in realtà, solo per 40 giorni"

Come s’nserisce in questo contesto il locale Smaila's, recentemente inaugurato presso il “Coral Bay” (20 Febbraio 2001)?
"Il merito del contatto è di Smaila: io e Umberto c'eravamo già frequentati ma dal punto di vista imprenditoriale io nutrivo un certo pregiudizio verso gli artisti: cercano cioè di dividere soltanto gli utili, e mai i rischi delle imprese. Smaila, invece, ha accettato di impegnarsi finanziariamente insieme a me.Penso che l’iniziativa avrà un grande successo, perché Umberto da direttore artistico porterà a Sharm tutte le settimane dell’anno un’attrazione diversa, e il prezzo sarà buono, la metà di quello dell’altro locale in Sardegna".

[ fonte:
http://turismo.stile.it ]

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