venerdì 5 giugno 2009

Real estate giapponese debole ma in recupero

Segnali di recupero ne ha dati, ma la sensazione di salire sulle montagne russe c'è ancora. Investire in questa fase nel real estate giapponese - dopo un ribasso delle quotazioni delle case del 32% tra il '97 e il 2006, lo stesso periodo in cui Europa e Stati Uniti hanno corso a tripla cifra - non offre certezze.
A giudicare dall'andamento delle prime 50 società immobiliari nipponiche, l'isola non si è ancora messa alle spalle la crisi. Nell'ultimo anno il rendimento è stato praticamente nullo (-0,06%); in 24 mesi è stato invece registrato un calo del 6,2%, anche se le prime dieci del settore hanno segnato un +11% nel 2006.
Tra alti e bassi c'è dunque chi ha regalato soddisfazioni, come Mitsubishi Estate (la numero uno, con una capitalizzazione di Borsa di 5,1 miliardi di euro), che in tre anni è cresciuta del 173% (+20% negli ultimi 12 mesi). Ottime performance anche per Mitsui Fudosan (+179%), Sumitomo Real and Development (+55%) e Tokyu Land (+292 per cento). La migliore in 36 mesi è stata Urban (+671%), attiva nei segmenti vendita e leasing del residenziale e degli uffici, che però nell'ultimo anno ha invertito la corsa (-14,95 per cento). La società, assieme ad Aeon (+136% dal 2004) e Nomura Real Estate (quotata lo scorso 3 ottobre), pesa anche nel paniere dell'Ishares Msci Japan, l'Etf di Piazza Affari che investe sui big dell'indice Nikkey (in rialzo del 27% dal collocamento nella primavera del 2005).
I rischi di incappare in qualche scottatura, tuttavia, restano. Japan general estate in 12 mesi ha lasciato sul terreno il 23% del proprio valore; ribassi ancor più accentuati per Nippon Prkg (-47%) e Hoosiers (-47%), specializzata nella realizzazione di villette a schiera. «Con la Germania, il Giappone è stato l'unico grande mercato a non cogliere il boom immobiliare - dice Luca Dondi, analista di Nomisma real estate -.
Le grandi aziende hanno offerto buoni risultati perché i mercati da un po' di tempo scommettono su un'inversione del trend». Ma la ripresa non è ancora arrivata.
Nel 2006 i prezzi degli immobili sono scesi del 2,6 per cento. Se poi a questo dato si aggiunge il rialzo al costo del denaro di febbraio, salito allo 0,5% (il livello più alto degli ultimi dieci anni) si intuisce che per assistere a un nuovo slancio c'è ancora da aspettare.


[ Autore: Vito Lops - Fonte: http://www.casa24.ilsole24ore.com ]

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