E’ arrivata l’estate e gia’ si avverte profumo di ferie: gli italiani hanno cominciato ad organizzarsi le vacanze estive, con un occhio ai giornali specializzati negli affitti e nelle vendite delle seconde case e l’altro tenendo sempre sotto controllo la crisi dell’economia mondiale che sta mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie.
Ma e’ anche vero che questa tempesta finanziaria potrebbe aprire interessanti opportunita’ di investimento nel mondo immobiliare.
Le prospettive maggiori sono infatti legate alle case per le vacanze.
Detto che nell’ultimo anno il calo delle compravendite effettuate in Italia si stima intorno al 20%, e’ anche importante sottolineare che i prezzi delle compravendite sono in genere ormai lontani dagli eccessi raggiunti negli anni scorsi. Inoltre, i tassi di interesse all’1% - il livello minimo assoluto nei 10 anni di storia della Banca centrale europea - renderanno almeno in prospettiva meno gravoso sottoscrivere un mutuo. Una congiuntura economica che invoglia a investire nella casa coloro che avrebbero voluto farlo negli scorsi anni, sia per sé sia per i propri figli, ma che erano scoraggiati da prezzi spesso esagerati.
Chi volesse, quindi, acquistare una casa per le vacanze e poterla utilizzare anche nel week end deve puntare su zone dove esiste una buona richiesta di immobili in locazione. Si tratta delle zone turistiche gia’ consolidate o con una forte potenzialita’ di attrazione, su aree centrali o comunque ben servite, vicine al mare o agli impianti sciistici. E’ anche importante poter godere di una buona vista (mare o monti), la presenza di spazi esterni (balcone o terrazzo) e il box auto.
Numeri alla mano, in una localita’ di montagna come Saint Vincent - spiega in particolare Tecnocasa - per un bilocale di circa 50 metri quadrati occorre mettere in conto una spesa intorno a 120mila euro. Per la stessa metratura in una localita’ di mare come Sanremo si sale invece a 180mila euro”.
D’altronde, in questa fase, il potenziale acquirente non ha neanche nessuna urgenza di comprare e puo’ prolungare la trattativa fino a quando non raggiunge la quotazione desiderata che puo’ scendere addirittura del 15-20% se il pagamento viene effettuato in contanti.
Cosi’, se a comprare casa non ci si pensa proprio, meglio l’affitto che non costera’ piu’ dell’anno scorso. Anzi, in qualche caso registrera’ un lieve aggiustamento verso il basso del 2%-4%. Secondo uno studio realizzato da Ubh, crescera’ la domanda di locazione di case al mare grazie agli stranieri, perché grazie ai voli low cost spostarsi e’ diventato piu’ facile e meno costoso.
In proposito, va ricordato a quanti si apprestassero a concludere un contratto di affitto estivo che la casa deve essere arredata (esclusa la biancheria); fino a trenta giorni di locazione non c’e’ l’obbligo di registrare il contratto e di pagare la tassa di registrazione; fino a trenta giorni di locazione non c’e’ l’obbligo di denuncia alla polizia (per l’affitto agli stranieri rimane l’obbligo di denuncia entro 48 ore); il proprietario puo’ chiedere anticipatamente una somma forfettaria per acqua, luce, telefono e gas. E prima di firmare il contratto e’ meglio controllare l’elenco dei mobili e la loro integrita’; verificare i consumi di luce, acqua, gas e telefono; controllare il funzionamento degli elettrodomestici.
Infine, questa estate si registrera’ anche un’altra tendenza sul fronte immobiliare: lo scambio della casa. In pratica, con questo innovativo modo di viaggiare si sostiene solo il costo dei mezzi di trasporto per arrivare a destinazione, benzina, treno o aereo. Un fenomeno, quello di dare in prestito il proprio immobile per riceverne un altro, che cresce sempre di piu’.
Un possibilita’ che riguarda non solo le case in Italia, ma per viaggiare oltre confine ci sono anche una serie di siti specializzati nello scambio case a livello internazionale.
[ fonte: http://miaeconomia.leonardo.it/ ]
C'è la crisi? Per molti potrebbe essere giunto il momento di investire nel mattone, naturalmente sono a determinate condizioni.
Ecco 5 buoni motivi per farlo: un ottimo investimento; i tassi sono ai minimi; maggiore disponibilità di case; sfruttare le occasioni; all'estero è conviene ancor di più.
In effetti, in tempi di crisi, il mattone è il miglior sistema per vedere accrescere il proprio patrimonio personale. il mercato immobiliare rimane affidabile, perchè si muove lentamente e resta sempre un rifugio solido.
Dunque chi dispone di liquidità può trovare la sua occasione e anche una buona redditività, magari affittando poi l'immobile. il crollo dei tassi rende i mutui variabili estremamente vantaggiosi, inoltre, dal momento che le agenzie immobiliari registrano forti cali nelle richieste di acquisto di immobili, è più facile ottenere forti sconti dai venditori.
Da quest'anno poi sono in vigore sgravi e detrazioni per ammortizzare o detrarre le spese.
Per chi intende comprare un immobile oltreconfine, le occasioni sono tantissime: le mete più ambite negli usa, per via del crollo dei prezzi conseguenti alla crisi dei mutui subprime e il calo del dollaro rispetto all'euro.
[ fonte: http://www.miaeconomia.it/ , mercoledì 17 giu 09 ]
L'Estonia ha conosciuto nei primi 15 anni della recente indipendenza dall'Unione Sovietica una crescita economica e uno sviluppo sociale continuo e sostanzialmente senza pari in tutto il blocco ex-sovietico (se escludiamo un periodo negativo negli anni '90, legato alla crisi dell'economia e del rublo russi). Tasso di crescita altissimo grazie anche a una mirata politica molto efficace del governo, volta a favorire e attrarre massicci investimenti di capitali stranieri, i quali a loro volta hanno portato a piu' riprese nella piu' piccola delle repubbliche baltiche nuovi insediamenti produttivi, posti di lavoro e un forte incremento delle esportazioni.
La chicca e' stata la defiscalizzazione dei redditi reinvestiti da parte di qualsiasi tipo di impresa. A questo vanno uniti il costo irrisorio per aprire un'impresa, i capitali sociali minimi davvero ridotti, la trasparenza e la semplicita' della burocrazia, delle istituzioni e del mondo bancario, legate naturalmente a un sistema legislativo nuovo e quindi molto snello ed efficace, costruito ex novo e su misura.
Da segnalare anche il tasso di imposta fisso per tutti i lavoratori dipendenti, a prescindere dal livello di retribuzione. La societa' estone ha fatto rilevare negli ultimi anni un tasso di disoccupazione praticamente al minimo fisiologico. Ora sta naturalmente avvertendo (come tutti) gli effetti della crisi economica mondiale e della relativa esasperata prudenza del mercato, degli investitori e degli istituti di credito.
Contemporaneamente, l’Estonia e' un Paese che geograficamente risente delle relazioni politico-economiche con la Russia, relazioni che pur non essendo state mai troppo buone, sono peggiorate sensibilmente negli ultimi due anni nella scia delle polemiche sulla condizione e sul trattamento della forte minoranza etnica russa residente in Estonia.
Una menzione a parte per il mercato immobiliare estone, che (soprattutto a Tallinn) aveva conosciuto un boom prolungato ed esasperato nel corso di vari anni, ma che fisiologicamente e' imploso nel sonno oltre un anno fa, con relativo, sensibile calo dei prezzi delle proprieta' in assenza di transazioni.
Un film-documentario molto interessante, che rende una forte impressione del processo politico e sociale che porto' alla restaurazione dell'indipendenza dell'Estonia nel 1991, e' il film "The singing revolution" ("La rivoluzione cantata" www.singingrevolution.com), assolutamente consigliabile. Un processo partito dal popolo, in tutti gli strati della popolazione, e assolutamente pacifico, contrassegnato dalla passione degli estoni per il canto, attraverso la quale hanno espresso il loro sentimento di unione e di raccolta trasversale intorno al patrimonio della loro identita' nazionale, amplificando definitivamente la loro sete di liberta' a partire dagli anni '80. [ Autore: Marco Iovino - Sito: www.voglioviverecosi.com ]
( tratto da un'intervista del 2001 - Com'era la situazione in quegli anni? )
"Due sono i paesi davvero invidiabili da questo punto di vista, gli Stati uniti e l'Inghilterra. In essi il controllo sul lavoro dell'imprenditore è reso più facile dalla grande forza posseduta dall'opinione pubblica"
Qual è la situazione dell’imprenditoria in Italia?
"E’ giusto che ‘bestie’ imprenditoriali come me vadano regolamentate - un’anarchia in questo campo favorisce infatti tra i concorrenti quelli più capaci d’agire senza freni, creando specificatamente nell’ambito dei complessi residenziali e alberghieri gravi problemi a livello ecologico-ambientale – ma occorre stabilire ovviamente in che misura debba procedere il controllo. In proposito, in Italia, veniamo da un periodo in cui c'è stata un’eccessiva voglia di controllare gli imprenditori affidando questo compito ai burocrati. Ma i risultati, a mio avviso, non sono stati certo positivi: e questa è un’opinione del tutto apolitica, soltanto da imprenditore.
Due sono i paesi davvero invidiabili da questo punto di vista, gli Stati uniti e l'Inghilterra.
In essi tale controllo è reso più facile dalla grande forza posseduta dall'opinione pubblica che - anche se con qualche inevitabile aspetto negativo - non perdona nulla ai detentori del potere. Ciò dimostra a mio avviso che è la maturità dell'opinione pubblica e non la legge a poter gestire adeguatamente questo tipo di controllo"
Entrando nella mentalità della "bestia" imprenditoriale, come dice lei, negli affari si procede sempre solo per un tornaconto economico?
"Commetterebbe un errore chi pensasse che l'imprenditore di successo, tranne forse qualche caso eccezionale, sia una persona che è mossa solo dalla necessità del guadagno: io ad esempio potevo ritirarmi tanti anni fa e starmene a pancia all'aria, ma ho continuato per sfida, per fare cose che altri non avevano fatto, per dare alla mia vita degli obiettivi. Il guadagno è il riscontro finale, la riprova che si è visto giusto ad investire in quel progetto. Il profitto dunque ci vuole ma non può essere l’unica motivazione. Occorre poi anche molto coraggio per investire su situazioni ancora di là da venire, che si spera però possano in qualche modo avverarsi. Un imprenditore deve avere dunque anche questa capacità, anticipare opportunamente il futuro"
Che idea ha del viaggio, lei che fa viaggiare la gente?
"Pur non facendo mai vacanze senza far nulla - perché mi sembrerebbe di perdere tempo tralasciando del tutto i miei obiettivi - certo non sono una specie di robot perché posso rilassarmi tutti i giorni chiamando o vedendo i miei figli, praticando uno sport, leggendo, ecc.
Viaggio molto ma quasi esclusivamente dove ho casa - ne posseggo 5 dove conduco i miei affari più importanti (S. Pietroburgo, Tallinn, Riga, Milano, Sharm) oltre a una tenuta sul lago di Como – mantenendo così la mia vita privata e i miei conforts (letto grande, duro e silenzioso, temperatura giusta…) senza dover rifare continuamente la valigia. Ci tengo però a consumare ovunque il cibo (yogurt, farina per la pasta, salumi, formaggio, verdura, uova) prodotto nelle mie terre sul lago, un bel posto che ospita pure cervi, caprioli e daini e ovviamente è il mio preferito, anche se non posso rimanervi a lungo dovendo seguire i miei interessi nel mondo. Investendo comunque il 3% del mio denaro in case, non avverto il bisogno di recarmi in posti diversi da dove queste sono ubicate, e mi salvo pure dalla globalizzazione, situazione alla quale sono favorevole ma con una certa moderazione, perché avverto i pericoli che vi si possono nascondere".
[ fonte: http://turismo.stile.it ]
( tratto da un'intervista di alcuni anni fa ad Ernesto Preatoni)
"Quando alla fine del '91 visitai la zona del Mar Rosso, Sharm el Sheikh aveva 3 alberghi edificati dagli israeliani e un aereoporto con soltanto una pista d'asfalto"
Dottor Preatoni, come è nato il suo progetto “Coral Bay” a Sharm el-Sheikh?
"Quando alla fine del '91 visitai la zona del Mar Rosso, Sharm el Sheikh aveva 3 alberghi edificati dagli israeliani e un aereoporto con soltanto una pista d'asfalto e un capannone industriale dove – in assenza dei nastri di distribuzione – avveniva il recupero bagagli in una grande calca e confusione. Ma il viaggio stesso risultava laborioso, articolato da Milano su ben tre tratte, Milano-Roma, Roma-il Cairo con pernottamento e poi finalmente il Cairo-Sharm. La burocrazia egiziana risultò comunque migliore di quella italiana, più complicata di questa ma di certo meno rigida, disponibile ad avviare un colloquio nel tempo. Decisi di scommettere su Sharm perché era la destinazione più vicina all’Europa a poter contare su una stagionalità balneare di 12 mesi, con bel tempo continuo e mare invitante
Nell'Estate successiva acquistai allora un terreno desertico con 1600 m di costa in vista dell’isola di Tiran, al fine di realizzare il mio progetto di 'resort' più grande di tutto il Medio Oriente. Terminata la prima fase costruttiva nella Primavera del '94, e curato poi opportunamente il lancio presso i mass-media, oggi il "Coral Bay" - con i suoi 2200 posti-letto (in via di raddoppio) e vari conforts su ben 1.200.000 mq di superficie - dà lavoro, con l’indotto, a migliaia di persone! Il positivo andamento economico delle attività intraprese (gestione commerciale di comproprietà alberghiera e vendita di multiproprietà: ville, residences e negozi) conferma che era giusta la scelta di Sharm come luogo d’investimento.
Il complesso comunque, già con una sua logica interna – riproduzione in stile moresco d’un villaggio con suggestive balconate, archi, vicoli, viali e spiazzi sociali - diversificherà in un futuro vicino l’offerta in 4 categorie alberghiere più una quinta d’alto livello, con l’aggiunta d’un parco divertimenti con giochi d'acqua e scenografie ispirate alla storia locale. E questo per soddisfare sempre più la clientela e soprattutto quella italiana, visto che i nostri connazionali costituiscono attualmente a Sharm ben il 60% delle presenze, invogliati anche dal fatto che ormai tutti gli addetti ai servizi parlano un po' la nostra lingua, non solo al 'Coral' ma su tutta la costa del Sinai.
Per quanto riguarda l’ambiente, il “resort” lo utilizza convenientemente e lo difende anche perché la sua integrità costituisce un fondamentale fattore di successo dell’impresa alberghiera; e con la baia inserita in un unico complesso, tutto diviene certamente più facile. Non si getta allora nulla in mare, non si pesca e non si nuota dove c’è la barriera corallina (che soltanto qui, infatti, risulta intatta), il passaggio delle barche a motore per il trasporto dei “divers” avviene soltanto a largo, la circolazione di veicoli pure non inquinanti è ridotta davvero al minimo all'interno del villaggio.
Ecco perché dispiace – dopo queste attenzioni - che i servizi alberghieri vengano a volte giudicati solo in base a dettagli o contingenze. In complesso il gradimento al “Coral” è molto alto, un 2/3% soltanto di insoddisfazione viene rilevata soprattutto a Giugno, nella bassa stagione. E’ in questo periodo infatti, tempo di promozioni, che arriva un maggior numero di persone senza molta esperienza e cultura turistiche, e capacità d’esprimere, dunque, valutazioni globali. Questi vacanzieri sono allora maggiormente attenti ai dettagli, avendo attivato - per la paura di non essere considerati all’altezza - il processo psicologico ‘se riesco a cogliere i difetti dell’organizzazione, sono allora anch'io uno che conta'".
Che prospettive vede per il futuro?
"In prospettiva credo molto nella Russia, e soprattutto nell’Italia, dove la 'Domina' si affermerà fra 2 o 3 anni al massimo come la più grande catena alberghiera. Il marchio sarà però molto ricorrente anche in Egitto, visto che si sta utilizzando la sua formula come 'franchising' anche con altre strutture alberghiere. E sempre sul Mar Rosso, andando più a sud, c’è ancora da sviluppare un grande mercato turistico"
Si parla molto anche di altre nuove località dove portare il turismo, Costa d'avorio, Capo Verde, ecc. Lei cosa ne pensa?
"A mio avviso, molte altre sono le località da prendere in considerazione prima della Costa d'Avorio: prima di tutto, per la fruibilità non ottimale di dei suoi litorali bagnati dall’Oceano e non da mari interni più tranquilli; e poi per la distanza dall’Europa che fa levitare il costo dell’areo, non scoraggiando le élites ma sicuramente il turismo più popolare. Non parliamo poi di fare altri investimenti nel Mediterraneo, dove la stagione balneare di 3 mesi è sfruttabile appieno, in realtà, solo per 40 giorni"
Come s’nserisce in questo contesto il locale Smaila's, recentemente inaugurato presso il “Coral Bay” (20 Febbraio 2001)?
"Il merito del contatto è di Smaila: io e Umberto c'eravamo già frequentati ma dal punto di vista imprenditoriale io nutrivo un certo pregiudizio verso gli artisti: cercano cioè di dividere soltanto gli utili, e mai i rischi delle imprese. Smaila, invece, ha accettato di impegnarsi finanziariamente insieme a me.Penso che l’iniziativa avrà un grande successo, perché Umberto da direttore artistico porterà a Sharm tutte le settimane dell’anno un’attrazione diversa, e il prezzo sarà buono, la metà di quello dell’altro locale in Sardegna".
[ fonte: http://turismo.stile.it ]
Investimenti Immobiliari e Golf...ovvero la possibiliità di investire in attività commerciali ad alto rendimento in una delle più rinomate aree golfistiche degli USA....investo, gestisco il mio capitale e nello stesso tempo pratico sui più affascinanti campi del Vermont !!
Cosa stiamo dicendo ??
Ernesto Preatoni Real Estate International offre la possibilità di investire in immobili commerciali a Stowe una delle principali città del Vermont, capitale invernale dello Snowboard ed estiva del Golf, con due campi Championship ed innumerevoli altri campi a 9 buche. Gli immobili commerciali sono proprio a ridosso dei campi da golf nella zona più turistica di Stowe ed offrono svariate soluzioni di investimento, entrambi i centri commerciali sono già operativi da anni ed affittati per 12 mesi all'anno. Offrono una redditività davvero interessante. La tentazione di trasferirsi in queste zone sarà fortissima, e la parte Golf è sicuramente ai massimi livelli.
Eccovi alcuni dei principali campi a disposizione nelle immediate vicinanze delle nostre proposte immobiliari:
Stowe Country Club, Mountain Course18 holes over 6,185 yards with a par of 72 (Public) 744 Cape Cod Rd Stowe, VT 3 miles from the center of Stowe.
Stowe Mountain Club, Stowe Mountain Course18 holes over 6,411 yards with a par of 72 (Private Non-Equity)7320 Mountain Rd Stowe, VT 8 miles from the center of Stowe.
Country Club of Vermont, Vermont Course18 holes over 6,788 yards with a par of 72 (Private Equity) 2800 Country Club Rd Waterbury Center, VT 11 miles from the center of Stowe.
Farm Resort Golf Course, Farm Resort Course9 holes over 3,037 yards with a par of 36 (Public) 3266 Laporte Rd Morrisville, VT 2 miles from the center of Stowe.
Segnali di recupero ne ha dati, ma la sensazione di salire sulle montagne russe c'è ancora. Investire in questa fase nel real estate giapponese - dopo un ribasso delle quotazioni delle case del 32% tra il '97 e il 2006, lo stesso periodo in cui Europa e Stati Uniti hanno corso a tripla cifra - non offre certezze.
A giudicare dall'andamento delle prime 50 società immobiliari nipponiche, l'isola non si è ancora messa alle spalle la crisi. Nell'ultimo anno il rendimento è stato praticamente nullo (-0,06%); in 24 mesi è stato invece registrato un calo del 6,2%, anche se le prime dieci del settore hanno segnato un +11% nel 2006.
Tra alti e bassi c'è dunque chi ha regalato soddisfazioni, come Mitsubishi Estate (la numero uno, con una capitalizzazione di Borsa di 5,1 miliardi di euro), che in tre anni è cresciuta del 173% (+20% negli ultimi 12 mesi). Ottime performance anche per Mitsui Fudosan (+179%), Sumitomo Real and Development (+55%) e Tokyu Land (+292 per cento). La migliore in 36 mesi è stata Urban (+671%), attiva nei segmenti vendita e leasing del residenziale e degli uffici, che però nell'ultimo anno ha invertito la corsa (-14,95 per cento). La società, assieme ad Aeon (+136% dal 2004) e Nomura Real Estate (quotata lo scorso 3 ottobre), pesa anche nel paniere dell'Ishares Msci Japan, l'Etf di Piazza Affari che investe sui big dell'indice Nikkey (in rialzo del 27% dal collocamento nella primavera del 2005).
I rischi di incappare in qualche scottatura, tuttavia, restano. Japan general estate in 12 mesi ha lasciato sul terreno il 23% del proprio valore; ribassi ancor più accentuati per Nippon Prkg (-47%) e Hoosiers (-47%), specializzata nella realizzazione di villette a schiera. «Con la Germania, il Giappone è stato l'unico grande mercato a non cogliere il boom immobiliare - dice Luca Dondi, analista di Nomisma real estate -.
Le grandi aziende hanno offerto buoni risultati perché i mercati da un po' di tempo scommettono su un'inversione del trend». Ma la ripresa non è ancora arrivata.
Nel 2006 i prezzi degli immobili sono scesi del 2,6 per cento. Se poi a questo dato si aggiunge il rialzo al costo del denaro di febbraio, salito allo 0,5% (il livello più alto degli ultimi dieci anni) si intuisce che per assistere a un nuovo slancio c'è ancora da aspettare. [ Autore: Vito Lops - Fonte: http://www.casa24.ilsole24ore.com ]
Negli Stati Uniti le tipologie di prestito per l’acquisto della casa che vanno per la maggiore sono due: il mutuo trentennale a tasso fisso e il mutuo a tasso variabile.
Negli ultimi mesi, però, la domanda si è sensibilmente spostata verso un terzo tipo di prestito: il mutuo a tasso fisso di durata quindicinale.
Si tratta di una soluzione che attrae molti nuovi compratori in quanto alla stabilità garantita dal tasso fisso affianca la minore durata dell’ammortamento e, soprattutto, minori interessi da corrispondere alla banca: ad esempio, per un prestito di 400.000 dollari, chi apre un mutuo a tasso fisso della durata di 15 anni restituirà alla banca 194.000 dollari in meno rispetto a chi ha preferito un prestito trentennale.
[ fonte: new york times.com, venerdì 22 mag 09 ]