Leggi per garantire gli investimenti stranieri, accordi commerciali con l’Unione europea e un potenziale turistico tutto da sfruttare.
L’ambasciatore della Repubblica dominicana a Roma, Vinicio Alfonso Tobal Ureña, riassume al VELINO alcuni degli obiettivi commerciali e politici del paese caraibico.
“Il nostro paese offre moltissime opportunità per chi vuole investire”, dice Tobal Ureña mettendo innanzitutto l’accento sulle chance che offre il sistema turistico. “Oltre quattro milioni di persone si recano ogni anno in visita alla nostra isola”, dice il diplomatico segnalando la “enorme domanda” di alloggi turistici, ben oltre “i 56 mila disponibili al momento”.
Altrettanto importante è portare gli italiani nell’isola: “Esiste un volo diretto da Milano” ma per Tobal Ureña ci sono margini per aumentare le rotte. Non solo segnalando l’assenza di voli diretti da Roma, ma anche ricordando che c’è un gruppo di imprenditori che “sarebbe disposto a investire per aprire una rotta da Venezia”.
Ma il mercato dominicano offre spazi anche per infrastrutture: “Strade, ponti, autostrade e immobili: c’è un deficit di circa mezzo milione di case”, spiega l’ambasciatore che mette l’accento sulla certezza “del diritto immobiliare” e sulla redditività del settore: “La rivalutazione degli appartamenti in questo momento garantisce ingressi molto interessanti”. Infine, l’altra grande scommessa dell’economia dominicana: le energie alternative. “Cerchiamo di stimolare la produzione di energia eolica e idroelettrica e solare – spiega la feluca -: non vogliamo più sostenere le forti spese derivanti dall’acquisto del petrolio e vogliamo energia più pulita”.
Per attrarre i capitali provenienti dall’estero la Repubblica dominicana ha messo in campo alcuni strumenti legislativi. Il più importante risale al 1995. La legge per gli investimenti stranieri garantisce “agli imprenditori di poter reimpatriare al cento per cento gli utili ottenuti con le loro attività”, potendo convertirli nella moneta desiderata senza oneri aggiuntivi. “Chiunque voglia investire nella Repubblica dominicana, se non lo fa per scopi illeciti (lavaggio del denaro sporco, traffico di sostanze stupefacenti, sostegno alla criminalità), può contare su un regime libero da imposte”. Inoltre, per risolvere le controversie si può decidere di non ricorrere alla giustizia ordinaria, a volte più lenta e farraginosa, affidando il caso ad arbitrati in grado di dare risposte più solerti. Nel 2007 gli incentivi sono stati estesi alla produzione di energie alternative. A tutto questo, Tobal Ureña aggiunge “la stabilità del sistema politico che ha riconfermato il governo in carica (diretto dal presidente Leonel Fernández Reyna) con un 52,7 per cento dei consensi”. Chi crede nel mercato dominicano tanto da voler investire – lecitamente - oltre duecentomila dollari, può vedersi riconosciuta dal presidente della Repubblica lo status di “nazionalità privilegiata”.
Ma il canale commerciale sta per ampliare gli argini. Il 15 ottobre Unione europea e Caricom, la comunità dei paesi caraibici siglano un accordo di libero commercio che entrerà in vigore alla fine del mese. Una corsia preferenziale “per portare in Europa prodotti di punta come tabacco, rum e zucchero” e per aprire ancora di più il mercato dominicano alle eccellenze europee. Anche perché la Repubblica dominicana, grazie al trattato di libero commercio del Cafta, può funzionare da trampolino di lancio per altri mercati, Stati Uniti in primis.
[ Fonte: Ilvelino.it ]
L’ambasciatore della Repubblica dominicana a Roma, Vinicio Alfonso Tobal Ureña, riassume al VELINO alcuni degli obiettivi commerciali e politici del paese caraibico.
“Il nostro paese offre moltissime opportunità per chi vuole investire”, dice Tobal Ureña mettendo innanzitutto l’accento sulle chance che offre il sistema turistico. “Oltre quattro milioni di persone si recano ogni anno in visita alla nostra isola”, dice il diplomatico segnalando la “enorme domanda” di alloggi turistici, ben oltre “i 56 mila disponibili al momento”.
Altrettanto importante è portare gli italiani nell’isola: “Esiste un volo diretto da Milano” ma per Tobal Ureña ci sono margini per aumentare le rotte. Non solo segnalando l’assenza di voli diretti da Roma, ma anche ricordando che c’è un gruppo di imprenditori che “sarebbe disposto a investire per aprire una rotta da Venezia”.
Ma il mercato dominicano offre spazi anche per infrastrutture: “Strade, ponti, autostrade e immobili: c’è un deficit di circa mezzo milione di case”, spiega l’ambasciatore che mette l’accento sulla certezza “del diritto immobiliare” e sulla redditività del settore: “La rivalutazione degli appartamenti in questo momento garantisce ingressi molto interessanti”. Infine, l’altra grande scommessa dell’economia dominicana: le energie alternative. “Cerchiamo di stimolare la produzione di energia eolica e idroelettrica e solare – spiega la feluca -: non vogliamo più sostenere le forti spese derivanti dall’acquisto del petrolio e vogliamo energia più pulita”.
Per attrarre i capitali provenienti dall’estero la Repubblica dominicana ha messo in campo alcuni strumenti legislativi. Il più importante risale al 1995. La legge per gli investimenti stranieri garantisce “agli imprenditori di poter reimpatriare al cento per cento gli utili ottenuti con le loro attività”, potendo convertirli nella moneta desiderata senza oneri aggiuntivi. “Chiunque voglia investire nella Repubblica dominicana, se non lo fa per scopi illeciti (lavaggio del denaro sporco, traffico di sostanze stupefacenti, sostegno alla criminalità), può contare su un regime libero da imposte”. Inoltre, per risolvere le controversie si può decidere di non ricorrere alla giustizia ordinaria, a volte più lenta e farraginosa, affidando il caso ad arbitrati in grado di dare risposte più solerti. Nel 2007 gli incentivi sono stati estesi alla produzione di energie alternative. A tutto questo, Tobal Ureña aggiunge “la stabilità del sistema politico che ha riconfermato il governo in carica (diretto dal presidente Leonel Fernández Reyna) con un 52,7 per cento dei consensi”. Chi crede nel mercato dominicano tanto da voler investire – lecitamente - oltre duecentomila dollari, può vedersi riconosciuta dal presidente della Repubblica lo status di “nazionalità privilegiata”.
Ma il canale commerciale sta per ampliare gli argini. Il 15 ottobre Unione europea e Caricom, la comunità dei paesi caraibici siglano un accordo di libero commercio che entrerà in vigore alla fine del mese. Una corsia preferenziale “per portare in Europa prodotti di punta come tabacco, rum e zucchero” e per aprire ancora di più il mercato dominicano alle eccellenze europee. Anche perché la Repubblica dominicana, grazie al trattato di libero commercio del Cafta, può funzionare da trampolino di lancio per altri mercati, Stati Uniti in primis.
[ Fonte: Ilvelino.it ]
salve a tutti mi interesserebbe investire nella repubblica dominicana per poterci restare a vivere! potete darmi indicazioni su eventuali finanziamenti dello stato dominicano per gli stranieri giovani(20 anni) che vogliono investire sul paese in modo lecito e pulito?
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