venerdì 30 marzo 2012

Esenzione dalle imposte sugli immobili a Panama

Beneficiati più di 1000 proprietari di immobili a Panama con l’esenzione dalle imposte sugli immobili ristrutturati
Come parte di un piano pilota, il Registro Pubblico di Panama e il Ministero dell’ Economia e Finanza hanno firmato un accordo con la finalità di automatizzare l’esenzione dalle imposte sugli immobili per i miglioramenti previsti sulle proprietà orizzontali (PH), misura che fino ad ora ha beneficiato a più di mille proprietari di immobili a Panama.Con la firma di questo accordo e il lavoro del Registro Pubblico di Panama, già sono stati inseriti nel sistema 1246 esenzioni di PH, e di questa quantità si sono applicate in modo soddisfacente un totale di 1077 esenzioni fiscali. Senza dubbio l’applicazione di questo programma segna un modello per l’ammodernamento e la razionalizzazione dei processi del regime di proprietà orizzontale degli immobili a Panama.Grazie a questa misura, lo Stato esenta dalla imposta sugli immobili il valore delle ristrutturazioni, entro un termine non superiore alle 48 ore. Dopo aver iscritto la proprietà nel Registro Pubblico di Panama, si procede a fatturare l’imposta corretta dell’immobile che ricade sul valore del terreno, mentre dura il periodo di esenzione sulle ristrutturazioni.Attualmente, i proprietari di questi immobili devono recarsi personalmente presso la Direzione Generale delle imposte (DGI) per richiedere l’esenzione dalle imposte sugli immobili, dal momento che il sistema informatico del DGI , applica l’imposta indistintamente sia sul terreno che sulle costruzioni.L’esenzione automatica elimina questo procedimento al contribuente, cosi come le lunghe file agli sportelli. Secondo la legge 49 del settembre del 209, le costruzioni (non il terreno) con un valore fino a 80.000 USD, sono esenti dal pagamento delle imposte sugli immobili per un periodo di 20 anni, mentre le costruzioni con valore inferiore a 30 mila USD sono esenti tasse a vita. A partire dalle concessioni edilizie rilasciate dopo il 1 di luglio del 2009, salvo quanto previsto dalla legge 49 del 209, le esenzioni si applicano in modo decrescente secondo il valore delle costruzioni per 15, 10 e 5 anni. Condividi

lunedì 19 marzo 2012

Ernesto Preatoni critico sul governo Monti: "Senza l'immissione di ulteriore liquidità l'uscita dalla crisi sarà ancora molto lunga..."


Ernesto Preatoni, vogliamo fare un punto sulla situazione dei debiti pubblici nella U.E. e sulle prospettive economiche?
"Monti ha sostenuto nei giorni scorsi che il punto di massima crisi è stato superato e che di conseguenza ci attendono tempi migliori. Io invece ho l'impressione che senza l'immissione di ulteriore liquidità l'uscita dalla crisi sarà ancora molto lunga. Monti esagera i suoi meriti e in ciò è coadiuvato da alcuni governanti europei. A me sembra che questo atteggiamento sia dovuto più a disperazione che a fatti reali. Analizziamo per esempio la discesa degli spread dall'insediamento di Monti ad oggi: il 16 di novembre lo spread era a 519, oggi è circa a 290 con un ridimensionamento dello spread stesso di circa 230 punti. Bravo Monti verrebbe da dire; se però analizziamo l'andamento a dieci anni dei Bonos spagnoli scopriamo che nello stesso periodo essi sono scesi da 455 a 314 con un ridimensionamento di 141 punti. Viene da pensare che buona parte di questa ripresa sia più dovuta all'immissione di liquidità della B.C.E. che non all' effetto Monti. Infatti le banche spagnole hanno aderito alle offerte della B.C.E. (immissione di liquidità all' 1%) in misura simile alle banche italiane. E la Spagna nel frattempo non ha fatto alcuna manovra fiscale come è stato fatto in Italia.


Ma allora lei è negativo sull'operato di Monti?
"Il governo Monti ha un'immagine internazionale superiore ai governi precedenti e ciò contribuisce a darci credibilità ma io ritengo anche che ci sia da parte degli altri governanti europei (e forse anche americani) la necessità estrema di credere in qualche notizia positiva. Sul piano concreto il governo Monti ha inasprito i provvedimenti fiscali mentre sul piano delle tanto conclamate privatizzazioni e della riforma del lavoro si è visto molto poco. Diverso sarebbe stato se avesse posto mano agli sprechi della pubblica amministrazione; ma questo processo, se mai inizierà richiederà un tempo lunghissimo poichè il problema dell' Italia ancora prima che politico ed economico, è sociale. Se vogliamo la dimostrazione, da appassionato di numeri, ho trovato le seguenti statistiche: il PIL reale Italiano è aumentato dal 1951 al 1973 del 5,6% l' anno, dal 1973 al 1980 del 3,5% l' anno, dal 1980 al 1990 del 2,2% l' anno, dal 1990 al 2000 dell' 1,6% l' anno, dal 2000 al 2007 dello 0,8% l' anno, dal 2007 al 2011 è diminuito dell' 1,1% l' anno! Alla faccia di quelli che continuano a pensare di investire in Italia. Questa tendenza dimostra chiaramente che il problema dell' Italia è un problema sociale e che non sarà certo Monti ad invertirlo".

Ma allora in questa situazione cosa rimarrebbe da fare?
"Non credo sia possibile invertire questa tendenza. Per farlo bisognerebbe poter richiamare investimenti che produrrebbero occupazione e ricchezza ma se guardiamo gli investimenti in italia dal 1951 al 1973 sono aumentati del 6,5% l'anno e dal quel momento, via via sono diminuiti fino all' ultimo quadriennio dove si sono persi investimenti pari al 3,3% l'anno. L'unico modo per attenuare (attenzione, non risolvere ma solamente attenuare) è quello di immettere ulteriore liquidità dimenticandosi per il momento gli effetti inflattivi".


Un'ultima domanda Preatoni, che cosa pensa di questo "fiscal compact"?
"E' un' altra di quelle dichiarazioni d'intenti che non hanno portato conseguenze concrete. Basti pensare che il fiscal compact si rifà a un parametro alquanto complesso e cioè al debito e al deficit strutturale. Ciò nella mente dei burocrati che hanno elaborato questo concetto dovrebbe essere il debito (o il deficit) che tiene conto delle condizioni economiche attuali. A me sembra una ulteriore invenzione artificiosa che porterà solo a differenti interpretazioni e a probabili lunghissime contestazioni. Per chi volesse avere un' idea di come vengono scritte le regole nella U.E. invito a leggere il contenuto di questo link. Facciamo una scommessa, caro Direttore, che gli stati europei nel prossimo futuro litigheranno sull' interpretazione di questo debito/deficit strutturale e che alla fine gli stati più rigidi, pur di tenere in piedi la U.E. accetteranno qualsiasi interpretazione lassista?".
Condividi

giovedì 15 marzo 2012

Capitali della crisi inizia il dopo bolla

Le capitali della crisi sono le città europee oppresse da una pesante situazione economica e dalla crisi immobiliare. In primis Atene, seguita a ruota da Lisbona, Dublino, Budapest e, infine, ma in condizioni lievemente migliori, Madrid.

In molte di queste capitali la crisi seguita allo scoppio della bolla speculativa nel mattone ha comportato cambiamenti strutturali nel mercato residenziale. A fianco di Nazioni che viaggiano in ripresa, come la Germania e i Paesi nordici, o che si trovano in fase di stabilità come la Francia, ci sono aree di decisa difficoltà con prezzi in pesante discesa. Ma quali sono le prospettive per il 2012  di Irlanda, Spagna, Grecia, Portogallo e Ungheria?

Il residenziale è stato il settore più duramente colpito dalla crisi economica in Spagna: si stima in oltre un milione il numero di abitazioni invendute, un dato che qualche mese fa spinse il Governo a un road show europeo in cerca di acquirenti. Ci vorranno parecchi anni prima che l'offerta in eccesso venga assorbita, anche se per il 2012 si prevede un lieve aumento delle transazioni.

In questo scenario depresso si prospettano opportunità di investimento: «Madrid e anche Barcellona vengono valutate per investimenti di lungo periodo ‐ spiega Paola Gianasso, responsabile dei mercati esteri per Scenari Immobiliari ‐. A causa del crollo delle contrattazioni i prezzi hanno perso in alcune zone anche il 50% del loro valore, mentre il segmento di pregio nelle top location ha ceduto solo il 10-15%. Per questo le zone di lusso della capitale hanno risentito molto meno della crisi, che peraltro ha pesato soprattutto sul mercato turistico spagnolo, solo oggi avviato verso la stabilità. Se le principali località della costa spagnola concentrano la larga maggioranza degli scambi, il 2011 consolida la crescita del turismo residenziale rurale, in linea con le tendenze di altri Paesi europei».

La situazione di Lisbona è più grave perché peggiore è la crisi economica: lo stock di invenduto invece è più limitato. Lisbona però risente della mancanza degli investitori internazionali perché il Portogallo è visto come un Paese marginale nell'area europea.
E in Irlanda? «A Dublino e nel resto del Paese il crollo più forte dei prezzi immobiliari è avvenuto un paio di anni fa, con cali anche del 50-60% nelle quotazioni. La città subisce la concorrenza pesante di Londra, piazza più interessante sia in un'ottica speculativa che di lungo termine» spiega Gianasso.

L'Ungheria è stretta in una morsa tra crisi economica e situazione politica difficile come tutte le capitali dell'Est meno sviluppate, rispetto per esempio alla Repubblica Ceca. Si tratta di mercati non maturi, ad alto rischio. A Budapest in generale si è verificata una perdita del 30% per chi ha comperato negli anni del boom.
E Atene? In città i prezzi segnano crolli anche del 60%. Una situazione completamente diversa si registra nelle isole: qui comprano gli stranieri, con occasioni anche interessanti. Per fare un esempio, a Mykonos oggi si compra a partire da 900 euro al mq per arrivare a 3.500 per le soluzioni di livello elevato, mentre a Skopelos, nelle Sporadi, si parte da 500 euro al metro.

Fonte: Casa24 plus




Condividi

martedì 13 marzo 2012

Aste immobiliari: principianti e professionisti

Se vuoi avere successo negli investimenti immobiliari, devi puntare ad un buon acquisto piuttosto che a una buona vendita. Pagare un immobile meno del prezzo del mercato è il tuo primo obbiettivo.

Per questo le aste immobiliari sono una delle leve degli immobiliaristi di successo. Nelle aste trovare immobili che partono con un prezzo base che è metà di quello di mercato è una possibilità non particolarmente rara.

Il range dei prezzi base delle aste immobiliari è infatti abbastanza ampio e può andare da prezzi vicini a quelli di mercato sino appunto al 50% in meno e magari a volte ancora più giù.

Ma se adesso stai pensando che la cosa più ovvia da farsi è allora quella di puntare sulle aste con prezzi base al 50%, hai fatto i conti senza l'oste.

E sai perché? Perché tutti quelli che si avvicinano alle aste immobiliari fanno il tuo stesso ragionamento. Tutti i principianti delle aste immobiliari si buttano sulle aste con i prezzi più bassi cercando il grande affare. E le inflazionano.

In parole diverse più un immobile ha un prezzo base basso, più saranno coloro i quali all'asta se lo disputeranno facendo offerte sempre più alte. Ed è così che gli immobili con il prezzo di partenza più basso vengono spesso venduti al prezzo più alto. Un prezzo anche pari a quello di mercato e talvolta addirittura di più.

Per questo generalmente chi con le aste immobiliari ci guadagna davvero preferisce puntare su immobili che hanno un prezzo base del 25%-30% di quello di mercato. Queste aste infatti non sono così interessanti agli occhi dei principianti. Ed è per questo che sono meno frequentate.

Ad aste del genere talvolta potrà capitarti di trovare davvero poca gente. E così la tua probabilità di assicurarti l'immobile sarà ben più alta di quella di un'asta che poteva apparirti un affare, ma che invece non lo era.

Se stai pensando di interessarti alle aste immobiliari, farai quindi una buona cosa se eviterai di diventare uno dei tanti che affollano le aste con i prezzi più bassi. Può andarci, certo, ma solo per studiare i comportamenti dei principianti e imparare a riconoscerli.

Saprai così riconoscerli alle aste dove invece dovrai disputarti un'immobile al 25% in meno del prezzo di mercato e distinguerli dai professionisti, i tuoi veri avversari.

Fonte: investimentimmobiliari.biz




Condividi

lunedì 12 marzo 2012

Londra, gli italiani superano i russi nell’acquisto di case di lusso

Secondo la rete di agenzie immobiliari Knight Frank, nei mesi di gennaio e febbraio 2012, il 7,3 per cento delle transazioni sono state effettuate da nostri connazionali, contro il 7,2 dei russi. E 2011 lo scambio d'affari ha riguardato 450 milioni di sterline pari a 540 milioni di euro. I quartieri preferiti? I migliori e i più cari: Chelsea, Maida Vale, Saint John’s Wood e Kensington

Gli italiani a Londra non sono mai mancati. Ma ora gli abitanti del Belpaese che emigrano o investono nella capitale inglese hanno una caratteristica in più: hanno tanti, ma tanti soldi. Secondo la rete di agenzie immobiliari di case di lusso Knight Frank, nei mesi di gennaio e di febbraio di quest’anno gli italiani hanno superato i russi nell’acquisto di ville e appartamenti di pregio. E ora rappresentano la prima comunità estera, nei primi due mesi del 2012 ben il 7,3 per cento delle transazioni sono state effettuate da italiani, contro il 7,2 per cento dei russi. Proprio in questi giorni, a Londra, è in scena la fiera dell’Italia, “La Dolce Vita”.

«I ricchi italiani vogliono investire fuori dall’Eurozona, che, come sappiamo, non se la passa bene», spiega Liam Bailey, responsabile del centro studi sul residenziale di Knight Frank. «Lo stesso grande interesse per gli immobili londinesi lo vediamo da Paesi come la Grecia e la Spagna. Da Atene arriva, per esempio, un 3 per cento delle transazioni, e questo fa della penisola ellenica la quinta area in ordine di importanza per quanto riguarda la provenienza dei compratori». Ma perché proprio Londra? «La capitale è un posto “logico” per investire. È un enorme mercato molto liquido e dove i prezzi delle case salgono di continuo, c’è la City e l’alta finanza, lo stile di vita è interessante. Insomma, a Londra si è sempre al centro del mondo».

Nel 2011, gli italiani hanno comprato da Knight Frank case e ville per un totale di 450 milioni di sterline, al cambio attuale quasi 540 milioni di euro. Il prezzo medio di una casa acquistata dagli abitanti dello Stivale è di 2 milioni di sterline. «Ma abbiamo venduto anche proprietà da 10 milioni di sterline – riprende Frank – e ancora nella nostra memoria è quella villa nel quartiere di South Kensington da 7,4 milioni venduta a un italiano». Chelsea, Maida Vale, Saint John’s Wood e Kensington, appunto, i quartieri preferiti, dove gli italiani trovano ottime scuole, ottimi servizi e tanto, tanto lusso. Ma a Roma e a Milano stanno riscoprendo pure quartieri periferici e meno di pregio come Clapham e Fulham.

Gli inglesi, chiaramente, rappresentano ancora la maggioranza, con un 40,1 per cento delle transazioni. Secondi gli italiani con il 7,3 e terzi i russi con il 7,2 per cento, appunto. Poi vengono i francesi, con il 5,2 per cento e gli indiani con il 4,4 per cento. Al quinto posto i greci, con un 3 per cento. «Gli italiani sono sempre stati fra i “top buyer” – aggiunge Bailey – e da anni sono fra le prime cinque posizioni. Ma non possiamo nascondere che questo sorpasso dei russi, ora, ci ha proprio stupito». Poi, una cosa Bailey suggerisce. Non ci sono solo le case, ma c’è tutto un mondo legato all’Italia che gira attorno. Così i nostri connazionali con i portafogli pieni si incontrano al ristorante San Lorenzo di Kensington o al bar Frankie’s fondato dal famoso fantino Frankie Dettori. Ancora, fanno frequentare ai figli le migliori scuole private e i migliori college e, di sera, vanno nei club esclusivi della capitale, fino a ieri riservati agli inglesi, ma che ora si sono aperti anche ai ricchi possidenti stranieri.

Ma chi sono questi facoltosi italiani? Knight Frank non fa nomi, nel rispetto della privacy dei suoi clienti, ma si sa che ci sono tanti uomini e donne della finanza, attratti dalla City, attori, imprenditori, gente dello spettacolo e dello sport e persino intere famiglie che scelgono di vivere definitivamente all’ombra del Big Ben. «Soprattutto dall’Italia del nord – spiega John Kennedy, dell’agenzia Knight Frank di South Kensington – e ci ha impressionato il numero di genitori che comprano case di lusso per i loro figli che studiano a Londra. Poi ci sono i compratori professionali, come le agenzie immobiliari italiane che acquistano per poi rivendere». Secondo gli analisti dell’agenzia, che ha sedi in tutto il mondo, gli italiani, i greci e gli spagnoli sono spinti ad acquistare nel Regno Unito anche dalle recenti misure di austerity messe in atto dai rispettivi governi. E l’interesse è alto, nonostante i prezzi. Le valutazioni sono aumentate, infatti, in tutto il 2011, dell’11,6 per cento e, solo nel mese di febbraio di quest’anno, dell’1 per cento. Dal collasso della Lehman Brothers e dalla crisi economica del 2008/2009, i prezzi delle case di lusso londinesi sono aumentati del 43 per cento.

Fonte: il fatto quotidiano

 



Condividi

giovedì 8 marzo 2012

Investimenti immobiliari: come sapere quanto guadagni


Se stai pensando che gli investimenti immobiliari siano un'ottima possibilità di alti guadagni a rischi contenuti, allora conoscere come si fa davvero a sapere quanto si guadagna da un'operazione immobiliare è una cosa che probabilmente sarà di tuo interesse.

Per questo ti parlerò oggi dei due modi principali di calcolare il guadagno di un investimento immobiliare. E lo farò con un esempio.

Ammettiamo che tu riesca a comperare un immobile pagandolo 200.000 Euro. Dopo sei mesi (periodo abbastanza comune nelle operazioni immobiliari) riesci a venderlo a 270.000 Euro.

Calcoliamo adesso il ritorno dell'investimento (ROI: return on investment) che ti dirà quanto l'operazione è stata per te conveniente. Lo facciamo sottraendo dal ricavo della vendita (270.000 Euro) il tuo investimento nell'operazione (200.000 Euro) e dividendo il risultato per l'investimento stesso e moltiplicando infine il tutto per 100.

Quindi: ROI = ((270.000 - 200.000) / 200.000) * 100) = 35%.

Il tuo ritorno di investimento sulla base di sei mesi è stato del 35%. Il ROI annuale è invece il doppio (70%) perché guadagnare il 35% in sei mesi equivale a guadagnare il 70% in un anno. Un ROI così ti dice che per ogni 100 Euro che hai investito, in un anno ne hai guadagnato 70. In questo esempio, ai fini della semplicità, non vengono prese in considerazione le tasse che in un calcolo reale andrebbero invece conteggiate.

IL ROE
Ma attenzione: il valore fornito dal ROI è certamente un indicatore interessante della riuscita dell'investimento. Ma non è abbastanza. Ed il motivo principale sta in una caratteristica degli investimenti immobiliari, comune anche ad altri tipi di investimento, che però nelle operazioni immobiliari assume un'importanza assoluta.

Ed è proprio questa caratteristica, assieme ad alcune altre, a rendere il mercato immobiliare così interessante dal punto di vista dei ritorni degli investimenti. Ed è sempre questa caratteristica quella sfruttata da coloro che con gli investimenti immobiliari sono diventati ricchi.

Ciò di cui ti sto parlando è la possibilità da parte tua di pagare l'immobile che poi rivenderai, solo in piccola parte con denaro davvero tuo. L'altra parte verrà invece da denaro di altri, ad esempio da un prestito concesso dalle banche.

Vediamo come la cosa funziona in numeri e perchè è così interessante. Modifichiamo l'esempio precedente e ammettiamo che questa volta dei 200.000 Euro iniziali necessari per l'acquisto, solo 20.000 siano messi direttamene da te. Gli altri 180.000 sono messi dalle banche che ti hanno concesso un mutuo: una differenza notevole rispetto al primo caso.

Per questo motivo questa volta assieme al ROI calcoleremo anche il ROE (Return on Equity) che terrà conto di questa essenziale differenza. Al calcolo del ritorno adesso c'é chiaramente da aggiungere il costo del mutuo, ammettiamo 9.000 Euro.

Quindi per il ROI: ROI = ((270.000 - (200.000 + 9000)) / (200.000 + 9000)) * 100 = circa 29,2% su sei mesi -> circa 60% all'anno

Per il ROE invece: ROE = ((270.000 - (200.000 + 9000)) / 20.000) * 100 = circa 305% sempre su sei mesi -> circa 600% all'anno

Come puoi vedere, benché guardando solo il ROI sembrerebbe che il secondo investimento sia sfavorevole rispetto al primo (60% all'anno contro 70%) andando a guardare il denaro davvero da te investito le cose cambiano totalmente. Il ROE ti dice infatti che investendo soltanto 20.000 Euro, sei riuscito di fatto ad avere un ritorno di più del 600% all'anno.

Il ROE tiene quindi conto del fatto che nel secondo investimento tu hai impegnato solo 20.000 Euro, contro i 200.000 del primo. Il secondo investimento ti permette quindi di non impegnare lasciando immobilizzato, e quindi momentaneamente infruttuoso, un grande capitale. Ed è proprio di questo che il ROE tiene conto.

Probabimente adesso ti sarà chiaro del perchè e come chi si è arricchito attraverso gli investimenti immobiliari lo ha fatto molto spesso cercando elevati ritorni e impiegando i soldi di altri.

E ti sarà anche chiaro del perchè, al contrario di quanto all'esterno possa apparire ad un profano, nel mercato immobiliare è possibile operare anche con pochissimi soldi e ottenere ottimi profitti. Chiaramente se sai come farlo.




Condividi

mercoledì 7 marzo 2012

Sheikh Coast Diving & Kiting Center


Lo Sheikh Coast Diving Center è sempre stato considerato uno dei più comodi ed esclusivi Diving di Sharm proprio per la sua posizione centrale fra Tiran e Ras Mohammed, ma soprattutto grazie alla sua esclusiva Marina privata che permetta a tutti i nostri ospiti di partire con le barche proprio davanti al diving evitando così interminabili attese al porto principale di Sharm.
Sheikh Coast Diving Center è presente all’interno del Domina Coral Bay Hotel a Sharm el Sheikh dal 1994.
Sempre alla ricerca del massimo rendimento e dell’ alta qualità dei servizi, Sheikh Coast Diving Center investe molto sulle risorse umane cercando di formare interamente il proprio personale, garantendo un addestramento adeguato in un clima professionale e divertente.
Il personale Sheikh Coast si impegna a dare a tutti i propri ospiti cortesia, amicizia, onestà, competenza e professionalità.
La nostra struttura e le nostre barche offrono confort, igiene, pulizia efficace manutenzione e integrità ambientale.
La nostra attrezzatura delle migliori marche e qualità sempre revisionata e in buone condizioni

Marketing e Vendite

Adottiamo un sistema di vendita che assicura le richieste dei nostri ospiti,innovativo e creativo.
Presentiamo i nostri prodotti subacquei e non e le nostre gite in barca con onestà e chiarezza con scrupolosa attenzione per i dettagli e i fatti.
Effettuiamo periodici corsi di aggiornamento per seguendo la tendenza del settore subacqueo e turistico.
Utilizziamo gli indirizzi e-mail per mandare ai clienti Sheikh Coast una newsletter per le offerte speciali in bassa stagione e per le migliori offerte di hotel e tour operator nostri collaboratori.

Sheikh Coast diving center ha un’organizzazione commerciale basata sulla vendita diretta, e un sistema amministrativo e di prenotazione che permette sempre il contatto fra partners e ospiti


lunedì 5 marzo 2012

Cittadinanza cipriota tramite investimento

Fonte | SFM Offshore
Isola di Cipro
Il governo di Cipro ha recentemente pubblicato i nuovi criteri per la naturalizzazione degli stranieri che investono a Cipro. I ricchi investitori che soddisfano i criteri da poco introdotti possono ottenere la cittadinanza cipriota.
La naturalizzazione è regolata dalla Legge sui Registri della Popolazione 2002-2011. Tradizionalmente, l’acquisizione della cittadinanza tramite naturalizzazione è condizionata alla durata della residenza mentre si lavora legalmente a Cipro e altri fattori quali: relazioni familiari e l’intenzione di continuare a vivere e lavorare a Cipro dopo la naturalizzazione.
Eccezionalmente e a prescindere dalla durata della precedente residenza a Cipro, persone con un alto capitale netto e investitori possono essere naturalizzati sulla base di altre considerazioni. Il Consiglio dei Ministri ha la facoltà, per motivi relativi al bene pubblico, di approvare la naturalizzazione di una persona che apporta un contributo significativo alla Repubblica. I motivi relativi al bene pubblico sono elencati in una recente decisione del Consiglio dei Ministri.
Un investitore straniero può essere naturalizzato se soddisfa i seguenti criteri:
1. Ha investimenti immediatamente disponibili del valore di almeno €10 milioni che includono proprietà immobiliari, azioni o titoli registrati ed emessi a Cipro.
2. Ha costituito una o più società controllate dall’investitore, aventi un fatturato di almeno €10 milioni all’anno nei tre anni precedenti la domanda di naturalizzazione o almeno 1/3 dei dipendenti di queste società sono ciprioti.
3. L’investitore o le società di sua proprietà o i fondi dei quali l’investitore è il beneficiario hanno risparmi in banche di Cipro per almeno €15 milioni. I risparmi devono essere depositati per un periodo minimo di cinque anni.
4. Sulla base dei suddetti criteri, l’investitore possiede proprietà del valore di almeno €15 milioni.
5. Ha costituito società gestite a Cipro. Le società hanno, nei tre anni precedenti la domanda, contribuito all’economia di Cipro in media per almeno €500.000 all’anno, sotto forma di pagamento di tasse, IVA o di acquisto di servizi professionali.
6. Ha raggiunto l’età di trent’anni, non ha precedenti penali ed ha acquistato una casa a Cipro del valore di almeno €1 milione che utilizza come residenza permanente.
Se queste condizioni vengono soddisfatte, il Consiglio dei Ministri dovrà informare il Parlamento e prendere la decisione finale riguardo alla naturalizzazione del richiedente. Sulla base delle tendenze attuali, si può dedurre che queste domande vengano considerate positivamente dal Consiglio dei Ministri e dal Parlamento.




Condividi

venerdì 2 marzo 2012

Investire in immobili all'estero: opportunità di guadagno senza rischi

In una situazione macro-economica come quella attuale il problema che l’investitore deve affrontare è dove trovare un investimento che crei un rendimento positivo e che al tempo stesso sia privo dei rischi di mercato. Negli anni passati per rispondere a questa domanda ci si poteva affidare all’investimento obbligazionario con titoli di stato, quando i tassi riuscivano a superare l’inflazione attesa e quella percepita, oppure si andava alla ricerca di titoli pur sempre obbligazionari ma con un rischio emittente un po’ più elevato unito a rendimenti superiori rispetto a quello dei titoli dei Paesi sovrani.

Oggi per ricercare un’attività priva di rischio e comunque profittevole ci si deve affidare ad altri tipi di investimento. Lo scenario mondiale è profondamente mutato e scosso dagli ultimi eventi che hanno sconvolto la percezione del rischio e le attese di rendimento di ogni singolo risparmiatore. Il mercato obbligazionario dei titoli di Stato pur mantenendo un certo grado di sicurezza non rende come si vorrebbe, anzi siamo arrivati al paradosso che non solo non riesce a coprire l’inflazione ma Bot a 3 e 6 mesi non riescono nemmeno a coprire le spese della loro emissione. Se ci si spinge più a lungo termine il rendimento atteso è veramente basso ed oltretutto con l’aumento dei tassi di interesse che si prospetta, il valore del titolo in portafoglio cala drasticamente.

Anche gli stessi Paesi sovrani non sono più affidabili come un tempo e il rischio di investire sul loro debito è fortemente aumentato. Senza andare a scomodare gli investitori colpiti dai Bond Argentini, basta ricordare cosa è successo molto recentemente in Europa con il caso della Grecia sull’orlo del tracollo che doveva tirarsi dietro anche altri Paesi Europei. Chi aveva investito nei loro Bond ha rischiato di vedere il proprio patrimonio andare in fumo.

Lo stesso dicasi per le obbligazioni cosiddette “corporate” di grandi aziende e di grandi banche. Per spuntare un rendimento superiore rispetto ai titoli di Stato, si investe sul debito delle imprese ma con il rischio maggiore che l’impresa, più dello Stato, è soggetta a fallimento e qui citare il caso Lehman Brother’s è sin troppo scontato. Una grande Banca d’Affari americana, la quarta per patrimonialità e flottante che fallisce mandando sul lastrico milioni di risparmiatori in tutto il mondo anche a discapito di un Rating fino al giorno prima assolutamente affidabile.

Il mondo cambia e si evolve, è giunto il momento di cambiare anche le strategia di investimento per poter cogliere tutte le opportunità nel mondo rispondendo all’esigenza di come investire i risparmi senza rischi. A tale domanda si risponde con gli investimenti immobiliari all’estero che grazie alla nostra società hanno le caratteristiche di rendimento certo e crescita di valore nel tempo uniti alla sicurezza ed alla garanzia di un capitale protetto dagli andamenti del mercato. Il vostro investimento immobiliare potrà solamente crescere offrendovi una plusvalenza superiore a qualsiasi tasso del mercato mobiliare ma con la garanzia di un investimento che non perde valore grazie alle scelte che la nostra società analizza e sviluppa per vostro conto approfittando dei prezzi bassissimi del mercato immobiliare e della valorizzazione certa di immobili di pregio in località esclusive e ad alta potenzialità di sviluppo.

Fonte: Investire in  immobili all'estero




Condividi

giovedì 1 marzo 2012

Le Seychelles rafforzano la propria posizione di leader in materia di prestazioni offshore

Fonte | SFM Offshore


Al fine di rimanere sulla lista bianca dell’OCSE e non essere considerato un paradiso fiscale, il governo delle Seychelles ha modificato la legge riguardante le società offshore (International Business Companies Act, 1994). Le modifiche sono entrate in vigore in data 22 dicembre 2011 e non comporteranno alcun pericolo per la riservatezza delle società fondate nel Paese, bensì l’opposto.
In sintesi, la modifica (sezione 65) esige che le società trasmettano copie di ogni documento concernente la compatibilità all’agente registrato della società, oppure che provvedano ad informare l’agente registrato circa il luogo di conservazione della suddetta documentazione.

Di per sé non si tratta di un’esigenza legale che prevede il mantenimento della contabilità, bensì indica semplicemente che l’agente registrato dev’essere a conoscenza dell’indirizzo fisico presso il quale saranno custoditi i documenti (ossia ricevute, fatture ecc.) che permettano di stabilire la contabilità (se necessario). I documenti possono essere conservati in qualsiasi luogo che venga ritenuto adeguato da parte dei direttori, oppure presso gli uffici dell’agente registrato.

Inoltre, la nuova legge prevede che tale documentazione debba essere conservata per sette (7) anni, a partire dalla data delle transazioni alle quali fa riferimento.

Siamo convinti che la presente modifica rafforzerà la struttura legale delle società fondate nelle Seychelles, poiché le banche e gli altri partner commerciali saranno maggiormente interessati a lavorare con società incorporate in giurisdizioni non ritenute paradisi fiscali e che figurino sulla lista bianca dell’OCSE.




Condividi