giovedì 15 marzo 2012

Capitali della crisi inizia il dopo bolla

Le capitali della crisi sono le città europee oppresse da una pesante situazione economica e dalla crisi immobiliare. In primis Atene, seguita a ruota da Lisbona, Dublino, Budapest e, infine, ma in condizioni lievemente migliori, Madrid.

In molte di queste capitali la crisi seguita allo scoppio della bolla speculativa nel mattone ha comportato cambiamenti strutturali nel mercato residenziale. A fianco di Nazioni che viaggiano in ripresa, come la Germania e i Paesi nordici, o che si trovano in fase di stabilità come la Francia, ci sono aree di decisa difficoltà con prezzi in pesante discesa. Ma quali sono le prospettive per il 2012  di Irlanda, Spagna, Grecia, Portogallo e Ungheria?

Il residenziale è stato il settore più duramente colpito dalla crisi economica in Spagna: si stima in oltre un milione il numero di abitazioni invendute, un dato che qualche mese fa spinse il Governo a un road show europeo in cerca di acquirenti. Ci vorranno parecchi anni prima che l'offerta in eccesso venga assorbita, anche se per il 2012 si prevede un lieve aumento delle transazioni.

In questo scenario depresso si prospettano opportunità di investimento: «Madrid e anche Barcellona vengono valutate per investimenti di lungo periodo ‐ spiega Paola Gianasso, responsabile dei mercati esteri per Scenari Immobiliari ‐. A causa del crollo delle contrattazioni i prezzi hanno perso in alcune zone anche il 50% del loro valore, mentre il segmento di pregio nelle top location ha ceduto solo il 10-15%. Per questo le zone di lusso della capitale hanno risentito molto meno della crisi, che peraltro ha pesato soprattutto sul mercato turistico spagnolo, solo oggi avviato verso la stabilità. Se le principali località della costa spagnola concentrano la larga maggioranza degli scambi, il 2011 consolida la crescita del turismo residenziale rurale, in linea con le tendenze di altri Paesi europei».

La situazione di Lisbona è più grave perché peggiore è la crisi economica: lo stock di invenduto invece è più limitato. Lisbona però risente della mancanza degli investitori internazionali perché il Portogallo è visto come un Paese marginale nell'area europea.
E in Irlanda? «A Dublino e nel resto del Paese il crollo più forte dei prezzi immobiliari è avvenuto un paio di anni fa, con cali anche del 50-60% nelle quotazioni. La città subisce la concorrenza pesante di Londra, piazza più interessante sia in un'ottica speculativa che di lungo termine» spiega Gianasso.

L'Ungheria è stretta in una morsa tra crisi economica e situazione politica difficile come tutte le capitali dell'Est meno sviluppate, rispetto per esempio alla Repubblica Ceca. Si tratta di mercati non maturi, ad alto rischio. A Budapest in generale si è verificata una perdita del 30% per chi ha comperato negli anni del boom.
E Atene? In città i prezzi segnano crolli anche del 60%. Una situazione completamente diversa si registra nelle isole: qui comprano gli stranieri, con occasioni anche interessanti. Per fare un esempio, a Mykonos oggi si compra a partire da 900 euro al mq per arrivare a 3.500 per le soluzioni di livello elevato, mentre a Skopelos, nelle Sporadi, si parte da 500 euro al metro.

Fonte: Casa24 plus




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